Gela. Si va verso lo sblocco dei lavori alla diga foranea della fabbrica Eni. Dopo un lungo stop, i cantieri per lo smantellamento di diversi quadranti dell’infrastruttura sarebbero pronti al via.
Lavoratori scelti dalla lista di disponibilità. L’appalto venne assegnato al gruppo Sudelettra ma a causa di diversi “intoppi” di percorso gli interventi veri e propri, almeno fino ad ora, non sono mai iniziati. A questo punto, proprio i manager di Sudelettra dovrebbero pescare tra i lavoratori dell’indotto inseriti nella lista di disponibilità. Il gruppo ha scelto di appoggiarsi ad una azienda locale del settore metalmeccanico. Potrebbero essere circa una ventina i lavoratori da utilizzare nel cantiere. Negli scorsi mesi, era arrivato il via libera definitivo anche dalla capitaneria di porto. Un minimo passo in avanti in una crisi, quella dell’indotto Eni, che sembra senza fine, alimentata dalla fase di riconversione a green decisa dai manager del cane a sei zampe per la raffineria di contrada Piana del Signore. Tra i fronti più difficili da valutare, soprattutto a livello occupazionale, ci sono le “grane” Smim e Eurocoop. Nel primo caso, i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm non hanno ancora raggiunto un’intesa con i responsabili del gruppo e in ballo c’è un provvedimento di mobilità che grava su oltre cento operai. Per quanto concerne la vicenda Eurocoop, azienda finita al centro degli approfondimenti giudiziari dopo un’inchiesta calabrese che ha coinvolto alcuni manager, il commissario liquidatore scelto per traghettare il gruppo non ha risposto alle richieste di incontro arrivate dai segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese. Intanto, le stesse organizzazioni sindacali si stanno muovendo per cercare di ottenere lo sblocco dei pagamenti in favore dei lavoratori Smim in mobilità.