La crisi investe anche l’accudienza agli anziani, licenziate quaranta operatrici

 
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Gela. Quaranta operatrici della cooperativa Progetto Vita hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Novanta persone, tra anziani e disabili, non riceveranno più l’assistenza domiciliare.

Tagli regionali. Sono questi i primi effetti devastanti del taglio ai fondi regionali (legge 328) che consentivano di finanziare una parte del progetto Adi (Assistenza domiciliare integrata) che garantisce occupazione a 90 lavoratrici. Anche il servizio retribuito dal Comune da ieri è sospeso. Le operatrici ieri si sono recate dal sindaco Angelo Fasulo per opporsi ai licenziamenti. “Abbiamo tagliato il servizio sulla scia di quanto fatto da altre amministrazioni comunali – sottolinea il primo cittadino Fasulo – D’altronde non è obbligatorio. Sappiamo che 90 anziani non riceveranno assistenza e per sopperire al disagio avvieremo altre iniziative con il nuovo anno”. “Dietro il nome Progetto vita sono state costituite una cooperativa e una società che fanno capo alla stessa persona e gestiscono due diversi servizi – assicura l’operatrice Maria Palumbo – Circa 70 lavoratrici gestiscono il servizio comunale di accudienza ad anziani e disabili e riceve i vaucher messi a disposizione dal settore Servizi sociali. Altre 40 gestiscono il servizio con fondi regionali. Per loro è arrivata una lettera di licenziamento perché erano pagate con le somme della legge 328. Non usufruiranno nemmeno dell’indennità di disoccupazione perché non hanno raggiunto il numero minimo di ore previste. In verità oggi scadono entrambi i servizi. Vorremmo continuare a garantire l’assistenza ai 90 anziani che invece rimarranno soli. Vorremmo da Fasulo un impegno preciso, insieme agli altri sindaci del distretto, per prorogare il servizio di assistenza domiciliare”.

I sindacati prendono posizione. “Chiediamo all’amministrazione comunale di rendere esecutiva la delibera per evitare l’incubo del licenziamento di 70 operatrici – incalzano Ignazio Giudice (Cgil) e Emanuele Gallo (Cisl) – Proponiamo al primo cittadino Angelo Fasulo e a tutti sindaci di inviare una richiesta congiunta al governatore Rosario Crocetta e ai deputati regionali del territorio per dirimere la questione che rischia di mortificare un’intera comunità già fortemente provata dalla crisi, dalla precarietà e dalla disperazione”.

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