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La crisi dell'indotto Eni, Castania: "Più investimenti o 1.500 operai in mezzo ad una strada"

Gela. Servono investimenti aggiuntivi per evitare il collasso definitivo dell’indotto Eni. Mentre i presidi degli operai della Turco Costruzioni sono stati allentati, in attesa di chiamate dalle azien...

A cura di Redazione
09 marzo 2018 17:03
La crisi dell'indotto Eni, Castania: "Più investimenti o 1.500 operai in mezzo ad una strada" -
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Gela. Servono investimenti aggiuntivi per evitare il collasso definitivo dell’indotto Eni. Mentre i presidi degli operai della Turco Costruzioni sono stati allentati, in attesa di chiamate dalle aziende che dovrebbero assorbire i trentasei licenziati, l’ennesimo allarme arriva dal segretario confederale della Uil Maurizio Castania. “Senza investimenti aggiuntivi – ha dichiarato all’Adnkronos – e l’avvio di nuovi cantieri, i 1.500 lavoratori dell’indotto della raffineria si ritroveranno presto in mezzo alla strada”. Il sindacalista rispolvera la necessità della formazione degli operai, eventualmente da ricollocare in nuovi ambiti di produzione. “Serve una riqualificazione del settore attraverso corsi di formazione che la Regione ancora non ha fatto partire – ha proseguito – le numerose aziende dell’indotto si ritrovano oggi con troppi operai e poco lavoro, ecco perché è importante rispettare le previsioni dell’accordo di programma”.

Mancano cifre chiare e la Regione non ha ancora scoperto tutte le carte di una vicenda mai così complessa. Senza i soldi della L’accordo di programma fermo. Regione, l’accordo di programma sarà una scatola vuota, trascinandosi dietro l’area di crisi complessa. Ai presidi, i lavoratori della Turco Costruzioni aspettano la chiamata delle aziende. Da ieri mattina, hanno allentato i blocchi, come gesto di buona volontà dopo l’incontro in prefettura. Adesso, tocca alle aziende e ad Eni chiudere il cerchio, anche se il caso della Turco Costruzioni potrebbe essere solo il primo di una lunga serie.

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