La Conchiglia vivrà anche nel XXI secolo?

 
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Gela. La famiglia Ventura, costruendo “La Conchiglia – La perla del Mediterraneo” su progetto redatto dall’immaginifico geometra Filippo Trobia, è entrata di diritto nella Storia di Gela. E Storia ne ha fatto molta La Conchiglia fino agli anni ottanta, quando gli effetti negativi del mega-petrolchimico ne hanno decretato il declino. Da allora, l’imponente quanto spettacolare struttura lasciata all’incuria degli uomini e alla cieca virulenza degli eventi naturali, è andata incontro ad un inarrestabile degrado, nonostante che qualcuno delle Istituzioni avesse avuto assegnato il compito di salvaguardarne quanto più possibile l’integrità (torneremo su questo punto). In qualche altra parte del Paese, sul prototipo gelese, vi sono stati illusori tentativi di imitarne la pregevole fattura. In realtà non si sono rivelati nient’altro che tentativi di scimmiottare l’originale manufatto gelese e, in particolare, la linea, la prospettiva, l’estetica, la bellezza, ciò che era unico e tale poi è rimasto per qualche decennio. Si rende opportuno, perché illuminante, fare un breve viaggio storico della vita e della sorte della Conchiglia. Nel 1995 venne prospettata la demolizione della struttura, ma provvidenzialmente impedita dalla Soprintendenza di Caltanissetta. Altro provvidenziale intervento della Soprintendenza di Caltanissetta, era il 2009, che ha dichiarato l’area circostante al complesso “MONUMENTO”. Tutto questo in funzione del suo ripristino, tanto da essere affidato in custodia all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente (che avrebbe anche dovuto salvaguardarne l’integrità). Nel maggio del 2020 La Conchiglia venne sequestrata e, a seguito di una perizia tecnica, destinata alla demolizione per pericolo incombente. Un tuffo al cuore per tanta gente che porta con sé ricordi indelebili. Si sa che i miti ci nutrono, modellano la nostra vita, ispirano le nostre imprese, fanno la storia dei popoli e la Conchiglia è divenuta nel tempo e per gli eventi di cui è stata grande protagonista, “mitica” (e non solo per il cittadino gelese). Tanta gente si era augurata e aveva pensato che il “mito-La Conchiglia” non dovesse essere semplicemente un ricordo. Tutti, però, abbiamo dovuto prendere atto, a seguito di perizia tecnica da parte del demanio (Capitaneria di Porto, Regione Siciliana), che La Conchiglia non poteva essere in alcun modo salvata e che era stata perfino indicata la data della sua demolizione. Se non fosse che due noti professionisti gelesi, l’avvocato prof. (universitario) Carlo Morselli e l’ing Leonardo Turturici, hanno pensato che la demolizione della Conchiglia fosse un ingiustificato e sinistro regalo all’oblio. Ovviamente, questa considerazione veniva suffragata da altre e alternative prove tecniche che l’ing Leonardo Turturici aveva attuato secondo scienza e coscienza, la cui relazione tecnica è stata portata persino in Tribunale e posta sotto giuramento.

La relazione del CTU, nominato dalle Istituzioni, per quanto articolata possa essere stata, soffre invece tuttora di uno specifico peccato originale. Il manufatto gelese è stato infatti erroneamente valutato e considerato in base alle attuali leggi in materia di costruzione, e non in funzione delle tecniche di costruzione impiegate nella metà del secolo scorso. Pertanto, non per questo un manufatto di circa sessant’anni fa debba avere la sorte segnata. Se così si dovesse sempre operare, la stragrande maggioranza degli edifici scolastici del Paese, e particolarmente quelli siciliani, dovrebbe essere abbattuta perché non perfettamente conforme alle norme vigenti. In questo caso, vengono semplicemente approntati interventi e soluzioni che ne migliorino la funzionalità e se ne alzi il grado di sicurezza. Specie se si considera che oggi siamo in possesso di straordinari mezzi che consentono il consolidamento e il recupero persino di manufatti in più che in precarie condizioni. La Torre di Pisa, tanto per fare un esempio, benché da secoli “pericolosamente pendente”, ha subito poderose opere di consolidamento per scongiurare rischi di cedimento e, di conseguenza, la caduta. Ora, l’ultima relazione dell’ing. Leonardo Turturici, dopo che il Tribunale di Gela lo ha autorizzato a fare un ulteriore sopralluogo per verificare la solidità e la staticità della struttura, (in questo brillantemente coadiuvato dal collega ing. Claudio Tandurella e con la supervisione dei Vigili del Fuoco e della Capitaneria di Porto) appare inequivocabilmente eloquente: il Lido La Conchiglia di Gela può essere salvato.  Si sa che le cose non si muovono da sole, pertanto si rendeva necessario che si creasse un Comitato che fungesse da forza propulsiva perché si giungesse al risultato sperato e, perché no, vagheggiato. E così è stato. Il comitato, composto di sei persone, tutte di alto prestigio morale e professionale, si è dato un nome che racchiude tutto il significato di questa che appare un’impresa possibile anche se difficile: “Post fata resurgo”. Solo per qualcuno che non ne ricordasse la traduzione, vuol dire “Dopo la morte, risorgo”. Questo titolo si richiama, ovviamente, al mito della fenice che risorgeva dalle sue stesse ceneri. I nomi di questo Comitato sono una garanzia per ciò che riguarda la serietà e l’iniziativa. Anima e motore ne sono rispettivamente l’avv. Prof. Carlo Morselli (scherzosamente chiamato l’uomo delle missioni impossibili per la determinazione e l’alto grado di penetrazione che lo caratterizzano nel rapportarsi con le Istituzioni) e l’ing. Leonardo Turturici (ne abbiamo apprezzato la competenza e il profilo professionale). Ne completano l’assetto il preside prof. Luciano Vullo, il prof. Aldo Scibona, il preside prof. Filippo Collura (per i quali non necessitano parole per evidenziarne le qualità morali e professionali) e per ultimo, forse immeritatamente, chi scrive. Tutto ciò che il Comitato ha fatto per il recupero della Conchiglia è stato volutamente tenuto all’oscuro dell’opinione pubblica e lontano da ogni clamore per non dare la sensazione che si vendessero illusioni. Persino quasi all’oscuro è stato tenuto l’incontro avvenuto il 23 agosto scorso tra il Comitato e il Consiglio comunale per una seduta monotematica avente per argomento proprio il salvataggio della Conchiglia (data che ha tutte le caratteristiche per essere considerata “memorabile” per i modi e i tempi in cui è maturato l’incontro). Ed è doveroso fare un omaggio al Presidente del Consiglio comunale per aver recepito entusiasticamente il messaggio del Comitato, nonché ai numerosi consiglieri che si sono puntualmente presentati e con le migliori intenzioni, nonostante il periodo piuttosto difficile quanto delicato della stagione (ferie etc.). Sarebbe interessante e anche gratificante per il Consiglio comunale poter riportare gli interessanti e costruttivi interventi di alcuni consiglieri (Faraci, Cascino, Giuseppe Morselli e Sincero nonché, a chiusura, del sindaco Lucio Greco che ha usato parole di conforto e di piena adesione e di impegno incondizionato all’iniziativa del Comitato. Siamo certi che la compagine politica gelese nella sua totalità, finirà col rivelarsi, nei modi e nei tempi, la protagonista più importante e decisiva ai fini che si è preposto il Comitato. Ora, però, è giunto anche il momento che la Città sia portata a conoscenza di ciò che sinora è stato fatto e ne diventi co-attore principale. Una nota che ci protende verso l’ottimismo è anche il fatto che la relazione circostanziata dell’ing. Leonardo Turturici, portata a conoscenza anche della Regione, non è stata finora né confutata né ricusata con un’ulteriore perizia. Ma un problema serio tiene in apprensione i componenti del Comitato in quanto vale ancora la sentenza di demolizione (data prevista nel mese di settembre 2022) e se non vengono adottati in brevissimo tempo interventi e soluzioni decisive, nessuno potrà più impedire la morte della Conchiglia. In queste ultime ore, apprendiamo con l’animo colmo di soddisfazione che, a seguito della segnalazione fatta dal Preside Filippo Collura in seno al Comitato e dell’istanza avanzata al Comune di Gela per ciò che riguarda la scalinata di fronte alla Conchiglia, già luogo di eventi culturali (sfilate, etc.), lo stesso Comune di Gela, nella persona del vice-sindaco e di un consigliere, si è detto immediatamente disponibile a valutare con particolare interesse e a operare in tempi piuttosto brevi per la riqualificazione della suggestiva  scalinata che davvero può dare lustro e luce all’intera area. E noi pensiamo che questa scalinata abbia tutti i numeri per essere impiegata anche come luogo di eventi meramente teatrali. Invito per un attimo il lettore ad immaginarsi le due dirimpettaie, la SCALINATA e LA CONCHIGLIA, riportate all’antico splendore, godere della reciproca visione da sogno.

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