Gela. Nella tripletta azzurra che ha riempito il podio dei 100m alle paralimpiadi di Tokyo fa parte anche la gelese Monica Contrafatto, alla sua seconda medaglia di bronzo dopo quella delle paralimpiadi di Rio nel 2016. “La mia medaglia è per l’Afghanistan, un paese che mi ha tolto qualcosa ma che mi ha dato anche tutto questo”. È proprio questa la prima esclamazione di Monica Contrafatto mentre stringe a sé la medaglia di bronzo conquistata sabato scorso alle paralimpiadi di Tokyo nella specialità dei 100m. Accade spesso che la città di Gela venga citata per tutti quegli aspetti negativi che la caratterizzano e per i quali si tenta sempre di porre rimedio avanzando anche innumerevoli proposte. Adesso, però, la situazione si ribalta e il nome di Gela primeggia sul podio delle paralimpiadi di Tokyo completando la storica tripletta tutta all’italiana. Ancor prima di essere un’atleta, Monica Contrafatto, viene ricordata per la sua missione in Afghanistan nel 2012 come donna soldato durante la quale rimase ferita perdendo totalmente l’uso della gamba che le venne amputata.
A volte, però, quando la vita ci pone davanti a difficoltà che appaiono insormontabili, tutto può cambiare e segnare l’inizio di una vera e propria rinascita. Monica sceglie, quindi, di riprendere in mano la propria vita, decisa a far di sè una grande atleta. E così, dopo intensi allenamenti anche presso strutture sportive della sua città natale, riesce a conquistare quella medaglia di bronzo che è simbolo non solo di un traguardo raggiunto a fine pista, ma soprattutto di un forte significato. La città, orgogliosa di aver avuto una propria concittadina alle paralimpiadi di Tokyo e soddisfatta della conquista del podio, attende adesso il suo rientro in città. “Uno straordinario risultato è stato portato a casa da una nostra concittadina – afferma l’assessore allo sport, Cristian Malluzzo – l’amministrazione non può che essere entusiasta perché in qualche modo si porta la città sui palcoscenici nazionali ed internazionali. Monica è stata da sempre disponibile a partecipare a diverse iniziative portate avanti da questa amministrazione – continua – attendiamo il suo rientro così da poterle consegnare un riconoscimento da parte dell’amministrazione e, quindi, della città. Gli atleti non si sentano abbandonati ma accompagnati in questo percorso di crescita e formazione sportiva”.