Gela. Lo Stato presente stamattina in città in occasione dell’anniversario di commemorazione dei 25 anni dall’uccisione del commerciante Gaetano Giordano.
L’evento è stato promosso dal Fai.
Presente la vedova Giordano, Franca Evangelista, Renzo Caponetti (presidente sezione locale antiracket), Franco Gabrielli (capo della polizia) e Tano Grasso (Fai-antiracket). L’incontro,moderato dalla giornalista Rai, Antonella Guerrieri, ha richiamato l’attenzione dei commercianti che si sono opposti al pizzo e Nunzio Di Pietro, titolare in città di una catena di supermercati interessata da troppi furti e rapine a mano armata, che ha ammesso: “ero schiavo dei mafiosi. Non parlavo per paura di ritorsioni. Con Caponetti, ho deciso di denunciare. Invito tutti a farlo e a non essere più schiavi”.
“Ancora oggi le infiltrazioni mafiose e le estorsioni danneggiano la concorrenza economica – spiega il Prefetto Maria Teresa Cucinotta – Giordano, un onesto commerciante, è stato ucciso per aver detto no alle richieste estorsive. In questo periodo – aggiunge – si registra il dato molto preoccupante relativo al calo delle denunce”.
Soddisfatto dell’evento Renzo Caponetti, che aggiunge: la presenza del capo della polizia in città ci gratifica di tutto quello che abbiamo passato. Nessuno degli imprenditori che abbiamo accompagnato a denunciare – conclude – ha subito ritorsioni successive”.
“Adesso, la politica deve far rinascere questa città – sostiene Tano Grasso -, facendola diventare una perla nel Mediterraneo” mentre il procuratore Fernando Asaro preferisce ricordare quei momenti bui che hanno macchiato la storia della città. “L’omicidio Giordano – dice Asaro – in una città all’epoca definita mattatoio. Ancora oggi, nelle strade di questa città, si spaccia e si ruba. Vengono incendiate auto e davanti ai nostri uffici non c’è la fila di chi vuol denunciare. Anche per questo, oggi, va ricordato Gaetano Giordano”.
Preferisce andare al nocciolo della questione, Amedeo Bertone, procuratore capo della Dda di Caltanissetta, invocando “una politica diversa e non compiacente” solo dopo avere ricordato che “lo Stato è anche la politica”.