Gela. I gelesi, militari e civili caduti in guerra durante lo sbarco degli alleati. Un racconto cronologico con documenti tirati fuori dall’archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito di Roma. E poi il reportage fotografico con immagini anche inedite di Phil Stern e Robert Landry. Tutto questo nel nuovo libro di Nuccio Mulè dal titolo “Nel corso della Battaglia di Gela” dedicata ai soldati italiani che il 10 e l’11 luglio 1943 sulla nostra costa e sulla piana sacrificarono la loro vita per difendere Gela e la nazione.
La pubblicazione è frutto di una ricerca ventennale che riporta in luce le fasi salienti di quelle tragiche giornate e di quegli eventi vissuti durante lo sbarco americano a Gela. La pubblicazione tratta diverse tematiche riferite agli avvenimenti bellici che si susseguirono tra americani e forze italo-tedesche iniziando con una “relazione cronologica” degli avvenimenti nel corso della Battaglia di Gela ritrovata nell’archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito a Roma; continua con la trattazione di argomenti che riguardano le forze contrapposte in campo nella battaglia di Gela, i nominativi di civili, militari e forze dell’ordine (carabinieri e guardie di finanza) caduti durante lo sbarco, un elenco di soldati della Battaglia di Gela decorati al valor militare con relative motivazioni, un cospicuo elenco di nominativi di caduti gelesi e forestieri nella Seconda Guerra Mondiale, dentro e fuori i patri confini, e un reportage di ben 115 fotografie, diverse inedite, realizzate in massima parte durante lo sbarco da diversi fotografi di guerra (Robert Landry e Phil Stern) al seguito degli americani.
Per arrivare a questo risultati tra l’altro sono stati consultati giornali d’epoca, in particolare il periodico americano LIFE, la banca dati per la ricerca dei caduti e dispersi in guerra del Ministero della Difesa e diversi archivi digitali tra i quali quello dei decorati al valor militare dell’Istituto Nastro Azzurro.
La pubblicazione di Nuccio Mulè si prefigge lo scopo di far conoscere oggi avvenimenti di 75 anni fa, in parte sconosciuti, che hanno interessato il nostro territorio e la nostra popolazione con la segreta speranza che, tramandati nella posterità, possano essere sempre presenti nella memoria delle future generazioni, non fosse altro per un segno imperituro di gratitudine nei confronti di quanti hanno sacrificato la loro vita per il bene della Patria.