La banda dei reperti archeologici, i pm chiedono il rinvio a giudizio
Gela. Vanno tutti rinviati a giudizio. La richiesta è stata formulata dal pubblico ministero Antonio D’Antona, davanti al giudice dell’udienza preliminare Silvia Passanisi. {module Sponsor}Gli scav...
Gela. Vanno tutti rinviati a giudizio. La richiesta è stata formulata
dal pubblico ministero Antonio D’Antona, davanti al giudice dell’udienza preliminare Silvia Passanisi.
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Gli scavi abusivi. Per l’accusa, reggono le contestazioni contro un presunto gruppo che avrebbe organizzato un vasto giro di scavi abusivi, ripiazzando poi i reperti archeologici, anche all’estero. Gli imputati vennero coinvolti nel blitz “Agorà”, messo a segno dai finanzieri e dagli stessi magistrati della procura. La richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata nei confronti di Simone Di Simone, Orazio Pellegrino, Salvatore Cassisi, Gaetano Di Simone, Nicola Martines, Vincenzo Cassisi, Mihaela Ionita, Giuseppe e Francesco Rapisarda, Iohanna Leca, Francesco Musumeci, Francesco Cannizzaro, Vincenzo Strabone, Giuseppe e Nicolò Cassarà, Rocco Mondello, Benedetto Cancemi, Pietro Giannino, Giuseppe Orfanò e Vincenzo Peritore. Per i pm, i pezzi venivano trafugati dalle aree archeologiche locali, ma anche da quelle del ragusano. I gelesi, inoltre, avrebbero avuto un canale preferenziale con alcuni referenti catanesi. Per gli investigatori, a far girare i pezzi sarebbero stati soprattutto Simone Di Simone e Orazio Pellegrino. Accuse, anche in udienza preliminare, respinte da tutti i difensori. Nel pool che rappresenta gli imputati, ci sono i legali Giovanni Cannizzaro, Davide Limoncello, Salvo Macrì, Maurizio Scicolone, Nicoletta Cauchi, Ivan Bellanti, Paola Carfì e Giovanni Lomonaco.
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