Gela. L’unità del centrosinistra locale non esiste più.
“Volevano isolarci”. La mozione di sfiducia “trasversale” al sindaco e alla sua giunta, che deve ancora essere depositata, è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo. Sono soprattutto alcuni esponenti del Partito Democratico a chiudere la porta in faccia a quelli che, a questo punto, non vengono più ritenuti alleati politici. “Una cosa è certa – spiega il dem Guido Siragusa – l’unità del centrosinistra non c’è più. Sono certo che il Pd non possa pensare ad una costruzione politica che ricomprenda forze di centrosinistra pronte a sposare i desiderata del Movimento cinque stelle o di Forza Italia. Mi riferisco soprattutto a Sicilia Futura che, in più occasioni, ha cercato di isolare il Pd, senza riuscirci. Le dichiarazioni del capogruppo Giuseppe Ventura sono state fin troppo chiare. Questa mozione di sfiducia, qualora arrivasse in aula, sarà il primo atto della prossima campagna elettorale e il Pd locale non può condividere un percorso insieme a chi tira le fila con forzisti e grillini. Il Partito Democratico locale deve ricostruire al suo interno, superando l’esperienza dell’amministrazione Fasulo che, purtroppo, gli elettori hanno bocciato”. I dem rompono i rapporti con gli alleati ma non abbracciano la giunta Messinese. “Non abbiamo mai sostenuto di essere contrari alla mozione di sfiducia – aggiunge Siragusa – a differenza di altri, che decidono al bar, il Pd prende decisioni collettive, senza farsi trascinare dagli umori o dalla campagna elettorale”.
Il rendiconto è un rebus. I democratici, inoltre, lanciano messaggi anche in vista della discussione sul rendiconto 2016, che ancora deve essere approvato in consiglio comunale. “Il rendiconto è un atto politico – conclude – il Pd ha dato indicazioni precise alla giunta, servono chiarimenti sul capitolo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Non possiamo accettare un sistema che continua a produrre debiti fuori bilancio. Se non arriveranno queste indicazioni, sarò il primo a non votare l’atto. Non voteremo favorevolmente un atto che non ci convince. Certamente, non ci saremmo aspettati l’accelerazione di ieri, con il prelievo del punto e l’avvio della discussione”.