L’ultimo regalo di Renzi e Crocetta, tagliati i fondi Pac: addio soldi per il porto rifugio

 
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Gela. Il progetto di ampliamento del porto rifugio è stato cancellato.

Con esso, il governo Renzi, ha deciso di tagliare tutti gli altri investimenti inseriti nel progetto Pac (Piano di azione e coesione) della Regione che nel territorio aveva permesso di costituire il patto dei sindaci, tra i comuni di Gela, Niscemi, Mazzarino e Butera. L’iniziativa era stata voluta dal governatore Rosario Crocetta. I “tagli” per complessivi 277 milioni di euro minacciano la tenuta occupazionale di numerosi lavoratori di tutta l’isola, impegnati in cantieri già avviati e incarichi professionali. La città, oltre al progetto di 30 milioni di euro relativo all’ampliamento del porto rifugio, dovrà fare a meno anche di altre iniziative per uno stanziamento ministeriale complessivo di un milione e mezzo di euro. Erano stati annunciati dal sindaco Angelo Fasulo progetti per la realizzazione di un asilo nido e azioni di supporto all’assistenza domiciliare agli anziani, relativi ai progetti Adi e Ada. In quest’ultima circostanza erano stati impiegati 795 mila euro, inoltre, su segnalazione dell’Azienda sanitaria provinciale si sarebbe dovuto ampliare il servizio di Assistenza domiciliare integrata (Adi) ad ulteriori 70 anziani dei progetto che attualmente ne prevede 60 assistiti. Sono, invece, 622 mila euro, le somme tagliate dal governo retto da Matteo Renzi e già destinate al progetto Ada che prevede l’avvio di servizi in favore degli anziani ultra sessantacinquenni. Il Piano di azione e coesione prevedeva anche la realizzazione di un asilo nido di tipo micro, ovvero una struttura campace di ospitare fino a 24 bambini. Da un anno si attendeva un ordinamento regionale definitivo per accedere alle somme, tagliate invece dal governo nazionale. Ieri, il primo cittadino Angelo Fasulo, ha convocato una riunione urgente per definire un’azione di confronto con altri comuni dell’isola che non potrà contare nelleno dei 79 milioni di euro di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico.

Si tratta di 277 milioni di euro in meno che bloccheranno la realizzazione di queste opere, nonostante, secondo il documento del Pac, dopo il 30 settembre la Regione abbia già impegnato una parte di queste somme.

“La mancanza di liquidità e a causa dei vincoli del Patto di stabilità, costringerà le imprese del settore a licenziare altre migliaia di dipendenti, in aggiunta ai 100mila posti di lavoro già perduti – commenta Salvo Ferlito, presidente Ance Sicilia – Il governo nazionale ha tagliato anche i fondi per la mitigazione del rischio idrogeologico, uno dei suoi cavalli di battaglia al punto che nello “Sblocca Italia” ha stanziato 4 miliardi di euro. Non si comprende la logica e la coerenza di questa iniziativa. Non ci sono parole – incalza Ferlito – di fronte alla scarsa incidenza e alla sommessa reazione della deputazione siciliana a Roma che dovrebbe essere tutta impegnata a frenare questa norma che andrebbe quasi esclusivamente a vantaggio dell’economia del Nord Italia. “Auspichiamo che nel confronto di questi giorni il governatore Rosario Crocetta, l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei e il Governo Renzi trovino soluzioni alternative per scongiurare l’archiviazione di queste e di tante altre opere pubbliche”. 

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