Gela. “Lo rifarei altre mille volte. Portare in questo territorio cento posti letto e garantire
ulteriori servizi sanitari era il mio dovere di politico. Se le autorizzazioni o gli accreditamenti non sono stati rilasciati in maniera regolare non è certamente un mio problema”.
L’ex deputato all’Ars e presidente della commissione regionale antimafia Calogero Speziale esclude qualsiasi dubbio circa la sua condotta nelle vicende che, adesso, ruotano intorno alla residenza sanitaria assistita di Caposoprano.
“Assicurando cento posti letto in più sul territorio – continua – siamo riusciti a sconfiggere i comitati d’affari catanesi e agrigentini. Sia chiaro, non mi sono battuto a Palermo per la rsa Caposoprano. Ho raggiunto l’obiettivo, in primis, per tutta la città. C’era la rsa Caposoprano ma, allo stesso, tempo c’erano anche un’altra residenza sanitaria assistita e due centri di terapia, compreso quello di Butera”.
L’ex deputato, insomma, si dice tranquillo davanti all’inchiesta intanto condotta dai magistrati della procura. “La stessa procura – dice ancora Speziale – ha escluso il coinvolgimento di politici. Io credo ai magistrati e non, invece, alle voci di corridoio”. Speziale, quindi, si tira fuori da qualsiasi vortice d’illazioni. Nessuna pressione né, tantomeno, interessamenti per avvantaggiare singoli progetti sanitari o precise società del settore.
E la politica attiva? “Ringrazio i tanti cittadini che, soprattutto nell’ultimo periodo, mi hanno chiesto di fare un passo avanti per la candidatura a sindaco – conclude – ma ho già dato”.