L’omicidio di Matteo Mendola, l’imprenditore Giuseppe Cauchi si difende in carcere: “Non ho mai avuto rapporti con lui”

 
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Il corpo di Mendola venne ritrovato nei boschi di Pombia

Gela. Ha negato ogni accusa. Negli scorsi giorni, davanti al giudice delle indagini

preliminari, si è presentato il cinquantaduenne Giuseppe Cauchi, imprenditore edile gelese, da tempo residente a Busto Arsizio, accusato di essere il mandante dell’omicidio del trentatreenne Matteo Mendola.

L’arresto dell’imprenditore. Il corpo della vittima, a sua volta gelese che insieme alla famiglia viveva da anni a Busto Arsizio, venne ritrovato, ad aprile, tra le campagne del novarese, in un casolare abbandonato a Pombia. Per i pm di Novara, ad ordinare la morte di Mendola sarebbe stato proprio Cauchi. L’indagato avrebbe messo a disposizione la pistola utilizzata da Antonio Lembo, ritenuto il vero killer. Le manette sono scattate anche per un terzo complice, Angelo Mancino. L’imprenditore gelese è stato sentito dal giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia, successivo al suo fermo, messo a segno dai carabinieri. “Non ho mai avuto alcun rapporto con Metteo Mendola”, così avrebbe detto al giudice. Il cinquantaduenne è detenuto nel carcere di Vercelli. Gli investigatori, invece, sono convinti che dietro all’omicidio, ci sarebbe proprio un ordine impartito da Cauchi. Matteo Mendola sarebbe stato eliminato, probabilmente, al culmine di una sorta di regolamento dei conti. Tutti gli indagati avrebbero gravitato nella sfera della criminalità del varesotto.  

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