L’indotto Eni in protesta, la rabbia degli operai di Eurocoop, Eurotec e Cosime: “Siamo senza stipendi e l’area di crisi?”

 
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Gela. Ottanta operai chiedono stipendi arretrati e certezze sul loro prossimo futuro occupazionale.

Eurocoop, Eurotec e Cosime. L’indotto Eni è ancora in mobilitazione. Dalle prime luci del mattino, gli operai di Eurocoop, Eurotec e Cosime si sono radunati davanti l’ingresso degli uffici amministrativi di Eni e nei pressi dei cancelli principali di raffineria. “Aspettiamo stipendi arretrati dal mese di febbraio – spiegano i lavoratori di Eurocoop – non abbiamo ricevuto neanche le retribuzioni della trasferta a Livorno che, in sostanza, abbiamo pagato noi. Ci sono ritardi con la cassa integrazione. Eni dovrebbe versare ad Eurocoop circa 200 mila euro ma tutto è fermo. Siamo senza prospettive”.

“Che fine ha fatto l’aria di crisi complessa?”. Davanti ai cancelli di raffineria, anche i dipendenti di Eurotec. “L’azienda ci ha comunicato di avere commesse molto limitate – dicono – stiamo aspettando gli stipendi da aprile. La dirigenza ci ha fatto capire che ci sono tanti problemi. Come dobbiamo andare avanti? La cassa integrazione è aperta già dallo scorso anno. Che fine ha fatto l’aria di crisi complessa?”. Gli operai della cooperativa Cosime, già nelle scorse settimane, hanno avviato la mobilitazione fermando i cantieri avviati in fabbrica. “Ci sono sempre ritardi nei pagamenti – ammettono – si va avanti ad acconti. Siamo stanchi. Facciamo un appello anche al nuovo sindaco Domenico Messinese. Le compensazioni dell’Eni devono servire per aiutare chi in fabbrica ha lavorato per anni. È questa la riconversione della fabbrica?”. Gli operai di Eurocoop hanno chiesto un incontro con i vertici di raffineria, alla presenza del segretario della Uilm Nicola Calabrese. 

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