Gela. Niente verdetto nei confronti di nove imputati, tutti finiti davanti al giudice dell’udienza preliminare
del tribunale di Caltanissetta dopo l’inchiesta antimafia “Redivivi”.
Nuove verifiche decise dal gup. Il gup Alessandra Giunta, infatti, ha deciso di approfondire ulteriormente sia la situazione dei conti delle aziende che sarebbero state estromesse dal mercato della raccolta della plastica con l’arrivo dei Trubia nelle contrade Bulala e Mignechi sia le dichiarazioni rese dagli operatori che hanno denunciato. Così, verrà sentito anche un militare della guardia di finanza. A chiedere l’acquisizione dei verbali delle dichiarazioni è stato uno dei difensori degli imputati, l’avvocato Flavio Sinatra. Per i legali dei nove imputati, infatti, quanto sostenuto dagli operatori che sarebbero finiti nel mirino dei Trubia andrebbe a ridimensionare le originarie accuse. Gli operatori che con le loro denunce diedero il via all’inchiesta, hanno in gran parte ridimensionato le accuse, anche nel corso del procedimento parallelo che si sta celebrando davanti ai giudici del collegio penale del tribunale di Gela. Dal gup, invece, ci sono Rosario Maichol Trubia, Luigi Rizzari, Giuseppe Carnazzo, Francesco Giovane, Pasquale Lino Trubia, Pasquale Andrea Trubia, Manuele Rolla, Simone Maugeri e Giuseppe Cannizzo. I pm della Dda di Caltanissetta hanno già chiesto condanne a sette anni e sei mesi di reclusione per Rosario Maichol Trubia e a sei anni e otto mesi per Luigi Rizzari. Entrambi vengono ritenuti affiliati al gruppo mafioso dei Trubia. E’ stata invece chiesta l’assoluzione per lo stesso Trubia rispetto all’accusa di traffico di droga. Sempre per lo spaccio, è arrivata la richiesta a due anni di reclusione nei confronti di Giuseppe Carnazzo. Sono cadute le accuse di far parte del clan contestate a Francesco Giovane, Pasquale Lino Trubia e Pasquale Andrea Trubia. Per loro, il pm ha chiesto l’assoluzione. Una richiesta analoga è stata formulata nei confronti di Manuele Rolla, Simone Maugeri e Giuseppe Cannizzo, accusati di aver fatto parte della presunta rete di spacciatori vicini alla famiglia Trubia. Parti civili sono proprio i cinque imprenditori che avrebbero subito pressioni dal presunto gruppo criminale, costituiti con l’avvocato Giovanni Bruscia, e il Comune con il legale Anna Gambino. Tra le parti civili, c’è inoltre l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Panebianco. Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Nicoletta Cauchi, Valentina Lo Porto e Grazio Ferrara. In aula, si tornerà ad ottobre.