Gela. Venticinque anni di lavoro all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore e, alla fine, la diagnosi di un mieloma multiplo.
L’impianto cloro soda. A gennaio, saranno tredici i funzionari e gli operatori del gruppo Eni a dover rispondere dell’omicidio colposo dell’operaio Salvatore Mili, morto nel gennaio di due anni fa. L’ex dipendente Enichem, per anni, prestò servizio nell’impianto cloro soda della raffineria. Adesso, è stata fissata l’udienza preliminare dopo una lunghissima fase di indagine. Le accuse vengono mosse nei confronti di Antonio Catanzariti, Giovanni La Ferla, Pasqualino Granozio, Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame, Giorgio Clarizia, Ferdinando Lo Vullo, Giuseppe Genitori D’Arrigo, Francesco Cangialosi, Arturo Borntraeger, Giovanni Calatabiano, Giuseppe Farina e Salvatore Vitale. Per i magistrati della procura, avrebbero omesso di adottare tutte le misure idonee ad evitare l’esposizione di Mili, e degli altri dipendenti in servizio all’impianto clorosoda, a pericolose esalazioni ma anche al mercurio, all’acido solforico, al cloro e al benzene. In base all’accusa, quindi, ci sarebbe un collegamento tra quanto riscontrato nell’impianto, successivamente chiuso, e la patologia che colpì Salvatore Mili. A conclusione della fase di indagine, i magistrati della procura sono fermi nel chiedere il rinvio a giudizio di tutti gli indagati. Da anni, la famiglia dell’operaio morto si batte per avere chiarezza su quanto accaduto. Il figlio Orazio, gli altri due fratelli e la moglie si costituiranno parte civile. A rappresentarli, tra gli altri, ci saranno gli avvocati Emanuele Maganuco, Paola Savio e Dionisio Nastasi. Proprio Orazio Mili sollevò il caso, già diversi anni fa, insieme ai componenti del comitato composto dai familiari degli ex lavoratori dell’impianto clorosoda. Diversi operai in servizio nell’area hanno perso la vita al termine di lunghi periodi di malattia. Nel pool di difesa, invece, ci sono gli avvocati Giaciomo Ventura, Piero Amara, Mario Maspero, Luca Mirone, Carlo Autru Ryolo, Carlo Federico Grosso, Gualtiero Cataldo e Attilio Floresta.