Gela. L’aula deserta del consiglio comunale durante le ultime sedute convocate per discutere le nuove tariffe Tari sui rifiuti, proposte dalla giunta, segnano la sfiducia definitiva all’amministrazione del sindaco Domenico Messinese.
“La sfiducia è già iniziata”. Sono i consiglieri comunali del Movimento cinque stelle, già pronti a presentare in aula una vera e propria mozione di sfiducia, ad interpretare in questo modo quanto accaduto nelle ultime settimane. “Il consiglio comunale ha manifestato il suo più grande potere – spiegano Simone Morgana, Virginia Farruggia, Angelo Amato e Vincenzo Giudice – quello di dire al sindaco che nessuno lo sostiene, che le sue idee inutili e non condivise non appartengono alla città. Si è consumata la sfiducia con la mancata approvazione dell’aumento delle tariffe Tari, si è consumata la fine politica di un’amministrazione che ha avuto la presunzione di volere governare da sola, che ha scelto di lasciare le idee del Movimento cinque stelle, che si è convinta di essere stata eletta per meriti personali e non per valori collettivi”. Per i grillini, il lento declino del sindaco è iniziato quando ha scelto di isolarsi, iniziando a chiudere le porte al’interlocuzione. “La sfiducia è già iniziata ed il consiglio comunale – concludono – nel deserto dell’aula, democraticamente, ha chiarito al sindaco, che l’uomo solo al comando non lo vuole nessuno, che l’uomo solo al comando sta distruggendo la città e le sue speranze, che l’uomo solo al comando, chiunque esso sia, non può e non deve più governare”.