L’accordo è fermo al palo, nel caso Eni sindacati e Confindustria uniti: “Le istituzioni intervengano subito”

 
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Gela. Il protocollo d’intesa dello scorso novembre fermo al palo e l’area di crisi complessa non rispetta i tempi preventivati. Confindustria vuole accelerare. Adesso, il caso Eni si colora di un’inattesa convergenza, quella tra aziende e sindacati. Tutti uniti per sbloccare una vertenza che sta mettendo a rischio l’investimento da 2,2 miliardi di euro previsti nei programmi di Eni. “Le imprese dell’indotto sono allo stremo – spiega il presidente di Confindustria Centro Sicilia Marco Venturi – c’è la sensazione che stia pericolosamente scemando l’attenzione sull’attuazione del protocollo d’intesa del 6 novembre che rappresenta un punto fermo su cui poggiare le basi per la ripresa dell’economia del territorio e per il benessere di imprese, lavoratori e cittadini”. Gli imprenditori non fanno mistero di essere preoccupati dalla stasi che ha colpito l’intera fabbrica di contrada Piana del Signore mentre il decreto per l’area di crisi complessa rimane un punto interrogativo. “Da questo dipendono la realizzazione dei 2,2 miliardi di investimenti programmati da Eni – spiega ancora Venturi – la possibile attrazione di nuovi capitali, di cui pure si è parlato in questi mesi, la riconversione produttiva dello stabilimento nel rispetto dell’intero territorio e l’attivazione di doverosi strumenti di sostegno all’occupazione accompagnata da una seria azione di riqualificazione del personale dell’indotto”. I confindustriali confermano l’intesa di massima con i sindacati. “Il fronte delle imprese e dei sindacati è unito – conferma Carmelo Turco responsabile per i rapporti con le aziende del settore della raffinazione di Confindustria Centro Sicilia – nella volontà di eliminare tutti gli ostacoli, in particolare quelli burocratici e connessi agli iter per il rilascio delle autorizzazioni, che rischiano di vanificare definitivamente il progetto di rilancio economico di Gela e, con esso, le sorti di tutte le imprese e dei lavoratori dell’indotto”.

Un sit in in prefettura. I confederali di Cgil, Cisl e Uil, da mesi, invocano chiarezza sulle sorti dell’indotto Eni e sul futuro occupazionale dei circa mille operai impegnati. “Registriamo il silenzio delle istituzioni ed una grave disattenzione nei confronti del protocollo d’intesa siglato al ministero dello sviluppo economico a novembre – dicono i segretari Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – tutte le categorie sono compatte e ribadiamo la richiesta di attivazione dei punti del protocollo, ad iniziare dagli investimenti e dai cantieri previsti”. Intanto, la mobilitazione inizia prendere forma: è stato indetto un sit in di una delegazione di lavoratori dell’indotto davanti la prefettura di Caltanissetta. E’ già stato fissato per lunedì.

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