Italia-Inghilterra, niente maxischermi in città: Greco, "Covid sta rialzando la testa"
Gela. Niente maxischermi nelle piazze della città in occasione della finale degli Europei di calcio, in programma per domani sera e che vedrà la nazionale azzurra sfidare quella inglese. Lo ha deciso...
Gela. Niente maxischermi nelle piazze della città in occasione della finale degli Europei di calcio, in programma per domani sera e che vedrà la nazionale azzurra sfidare quella inglese. Lo ha deciso il sindaco Lucio Greco, preoccupato dalla nuova risalita della curva dei contagi da Covid-19 e in linea con quanto si sta stabilendo nel resto d’Italia. Attorno ai maxischermi, infatti, è inevitabile che si creino assembramenti, e, allo stato attuale, bisogna prestare molta attenzione. Il primo cittadino si è confrontato su questo punto, trovando piena condivisione, anche con i consiglieri della commissione consiliare sanità, Rosario Trainito, Paola Giudice, Sandra Bennici, Vincenzo Cascino e Carlo Romano.
“E’ una decisione presa a malincuore, ma dovuta e necessaria. Sarebbe stato bello – dice il sindaco – far festa tutti insieme di fronte ai maxischermi, ma la situazione impone calma e prudenza. Negli ultimi giorni, il virus sta cercando di rialzare la testa e non possiamo farci trovare impreparati. Ci sono più di 140 concittadini in quarantena perchè positivi e cinque di questi, stando all’ultimo bollettino dell’Asp dell’8 luglio, sono ricoverati in degenza ordinaria. Pertanto, chiedo a tutti di stare attenti e di tifare Italia ma anche per la nostra salute, rispettando le regole anticontagio, indossando la mascherina, disinfettando spesso le mani ed evitando assembramenti durante e dopo la partita, anche in caso di vittoria. Divertiamoci e festeggiamo, ma in modo consapevole e con cautela, sui balconi di casa ad esempio, nelle terrazze, nelle verande e senza scendere dalle auto in caso di caroselli. Facciamo in modo che domani non si debbano pagare le conseguenze della superficialità di oggi. Il virus non è scomparso e sta a noi non dargli più le gambe per camminare”.
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