Gela. Quello dell’accordo di programma, che tanti, a cominciare dai sindacati, ritengono finanziariamente depotenziato, è un capitolo ancora tutto aperto. Probabilmente, anche la nuova amministrazione comunale sarà chiamata ad intervenire. Lo scorso febbraio, dopo la firma al ministero dello sviluppo economico del novembre 2018, la Regione ha istituto un “gruppo di lavoro” e un “tavolo di monitoraggio”. Decisione assunta per monitorare l’iter ancora in corso, dato che i venticinque milioni di euro stanziati dal governo nazionale e proprio da quello regionale devono essere usati per finanziare i progetti di investimento. Dopo la costituzione di gruppo e tavolo niente si è mosso. Del tavolo di monitoraggio fanno parte il Comune, l’ex Provincia, Eni, un rappresentante sindacale per ogni sigla (compresa Confindustria), diversi dirigenti generali regionali e tecnici di Arpa. Tutti a coordinare investimenti che per ora rimangono solo sulla carta.
“Ad oggi, non è pervenuta nessuna convocazione”, dice il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice, che ne fa parte insieme ai segretari di altre sigle sindacali. Più in generale, tutta la strada dell’accordo di programma è sempre stata in salita (tra ritardi e lunghe trafile ministeriali), nonostante debba tracciare la sorte degli investimenti alternativi a quelli di Eni.