Gioco delle scatole cinesi per aggirare il fisco e fallimenti pilotati, tre arresti

 
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Gela. Un intero complesso aziendale è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito tre misure cautelari nei confronti di due vittoriesi ed una donna originaria di Cassano D’Adda nel milanese.

I reati contestati sono quelli di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.

L’indagine prende spunto da diverse vicende societarie che hanno visto protagonisti Giovanni Donzelli, il figlio Raffaele di Vittoria oltre a Claudia Fois provocare il fallimento, nel febbraio 2017, di una società, distraendo i beni e l’intero complesso aziendale attraverso un continuo passaggio a nuove società, anche esse insolventi e indebitate, con l’intento di continuare l’attività dell’impresa e lasciare lo Stato senza possibilità di rivalsa dei crediti.

Il disegno criminale è partito da una società dichiarata fallita a Niscemi ed ha coinvolto altre undici società satellite, tutte caratterizzate da una breve vita aziendale.  La società niscemese, costituita nel 2008 aveva un passivo fallimentare di 11,4 mln euro di cui circa 9 sottratti in questo modo all’erario.

L’azienda si occupa della raccolta e commercio di plastica, poi “rinata” con una nuova azienda a vittoria creata invece bel 2013, cui erano state cedute attrezzature e macchinari usati per la lavorazione della plastica.

Le indagini hanno permesso di accertare che molte delle società coinvolte, senza qualsiasi scrittura contabile, poiché distrutta o occultata, distraevano beni, compresa una auto di lusso, una Ferrari 430 Spider del valore di circa 50 mila euro, venduta poi all’estero.

Stamattina nel corso di una conferenza stampa il capitano della Guardia di Finanza di Gela Giuseppe Gradillo, il tenente Manuel Carbonara, il procuratore Fernando Asaro e il sostituto Federica Scuderi hanno illustrato nei dettagli l’inchiesta.

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