Gela. Con le sue dichiarazioni, il collaboratore di giustizia Giovanni Canotto sta consentendo agli investigatori di fare luce su diversi episodi, verificatisi in città e risalenti agli ultimi anni. Nelle scorse settimane, otto imputati, compreso lo stesso Canotto, si sono presentati davanti al gup del tribunale, per rispondere di fatti che vanno dagli incendi di auto agli spari a scopo intimidatorio. I pm della procura, in base alle ricostruzioni del giovane collaboratore, hanno chiuso un’altra indagine e l’udienza preliminare, per questa vicenda, è stata fissata ad ottobre. Dagli approfondimenti, sono emersi anche casi di presunte estorsioni, oltre ad intimidazioni. Sarebbero una decina i coinvolti, con attività investigativa che è stata coordinata dai magistrati della procura. Le ammissioni di Canotto sono state utilizzate dai pm della Dda di Caltanissetta anche nella vasta inchiesta antimafia “Stella cadente”.
Ha raccontato diversi episodi riconducibili al gruppo degli stiddari, spiegando che si era messo a disposizione del gruppo per incendi e altre azioni a scopo intimidatorio.