Gela. Priorità alle urgenze. In ospedale i medici possono operare solo una volta la settimana. I pazienti classificati come “non urgenti” devono attendere o sperare in un peggioramento della loro prognosi. In caso contrario non è possibile nemmeno fissare la data dell’intervento chirurgico.
E’ una follia legata alla carenza di anestesisti che si trascina ormai da diversi mesi. Anche di anni. Tra le corsie del “Vittorio Emanuele” l’organico è estremamente carente: 13 unità invece delle 18 previste. Un azzardo pensare di garantire la turnazione di routine. I tre anestesisti annunciati dal manager dell’Asp di Caltanissetta, Carmelo Iacono, hanno fatto ricorso ritardando il loro ritorno a lavoro. Chi continua a indossare il camice bianco sopperisce alla situazione di emergenza garantendo anche 30 turni al mese e regalando ore all’azienda sanitaria. Le assunzioni sono congelate dal governo regionale.
La situazione di stallo sfocia in problemi per i pazienti di tutte le unità operative, costretti ad elemosinare l’intervento risolutore della loro patologia. Come nel caso di Luca Giudici. L’operaio di 41 anni che paga la carenza degli anestesisti con una vita fatta di disagi. Continua a convivere con uno stoma che lo tiene lontano dal cantiere di lavoro ormai da un anno.
“I medici dicono che sono pronto per sottopormi all’intervento che può garantirmi il ritorno alla normalità e alla mia vita – spiega Luca Giudici – L’ultima risonanza magnetica ha dimostrato che possono togliermi il sacchetto delle feci legato allo stoma. In ospedale però continuano a rinviare la data dell’intervento risolutore. Ho incaricato il mio avvocato di fiducia, il legale Roberto Nastasi, per vagliare la situazione e adire anche alle vie legali”.
La storia di Luca Giudici è solo una delle tante vissute in ospedale. Anche in Ortopedia una paziente con una frattura scomposta al polso ha dovuto attendere dieci giorni prima di entrare nella sala operatoria.
La situazione si ripete anche negli altri reparti mentre l’ospedale continua a perdere servizi “in favore di Caltanissetta – accusa Salvatore Di Caro, presidente della Late “Maurizio Nicosia” – I disagi segnalati nel reparto di Medicina trasfusionale portano allo slittamento di attività programmate nel reparto di Talassemia. A farne le spese sono i soliti pazienti che temono di non riuscire a mantenere i parametri nella soglia di sopravvivenza”.