Gela. I sospetti di possibili infiltrazioni criminali nell’organigramma della siracusana Tech serzivi hanno portato all’emissione di un’interdittiva antimafia, rilasciata dalla prefettura aretusea. L’azienda, tra le principali in Sicilia nel settore rifiuti, ha interessi economici anche in città, dove gestisce l’impianto di compostaggio di contrada Brucazzi e si è aperto un contenzioso amministrativo anche per quello di trasporto del percolato, prodotto nella discarica Timpazzo. Negli scorsi giorni, attraverso la prefettura di Caltanissetta, sono arrivate comunicazioni in municipio e nelle sedi della Srr4 e dell’Ato Cl2 in liquidazione. “Abbiamo risposto alla prefettura – dice il commissario Ato Giuseppe Panebianco – hanno chiesto informazioni sugli appalti gestiti dall’azienda. Quello per l’impianto di compostaggio è stato assegnato ad un’Ati. La Tech è in associazione temporanea di imprese con un’altra azienda e abbiamo fatto presente che si potrebbe comunque andare avanti con l’altra società, qualora venisse deciso di escluderla. Per il percolato, invece, è in corso un contenzioso amministrativo, ma abbiamo comunque relazionato su quello che ci è stato chiesto”.
L’appalto per l’impianto di compostaggio a Brucazzi scadrà a maggio, ma se ci fossero ulteriori indicazioni Ato potrebbe decidere di revocarlo, prima della conclusione. I vertici di Tech servizi hanno già annunciato il ricorso contro l’informazione antimafia interdittiva, ritenendola illegittima.