Gela. E’ tra le eterne incompiute, al pari di dighe rimaste con gravi deficit strutturali. L’interconnessione tra i bacini Cimia e Disueri, ancora una volta, è fuori uso. I guasti lungo la rete si sono ripetuti nel tempo: gli agricoltori, nella gran parte dei casi, si vedono passare la poca acqua a disposizione praticamente sotto gli occhi ma non possono averla perché viene sversata. Ieri, abbiamo riferito dell’incontro che il presidente Ati Massimiliano Conti e gli assessori Giuseppe Fava e Filippo Franzone hanno avuto con l’assessore regionale Salvatore Barbagallo. Proprio sulla base delle verifiche condotte, l’interconnessione è destinata a passare di mano: non più sotto la gestione del dipartimento acqua e rifiuti dell’assessorato all’energia ma direttamente nella disponibilità dell’assessorato all’agricoltura. “In questo modo – dicono Fava e Franzone – l’assessore Barbagallo ci ha assicurato lo stanziamento di fondi per un intervento di adeguamento ed efficientamento. Abbiamo insistito affinché si possa procedere con la sostituzione dell’intera condotta, dato che in questi anni ha riportato costanti rotture e guasti. Per noi, è essenziale programmare”. Il passaggio di competenze tra uffici regionali dovrebbe avvenire a breve. L’interconnessione, che non svolge la funzione prevista, è una delle tante cause di un comparto agricolo che soffre enormemente la carenza idrica.
La scorsa settimana, su sprone di una delegazione di agricoltori del territorio e del parlamentare Ars Scuvera, gli uffici coordinati da Barbagallo hanno autorizzato il rilascio della poca acqua accumulata a Comunelli verso gli invasi dei produttori. L’amministrazione comunale inoltre ha posto pure la necessità di manutenzioni importanti per le vasche Badia, Settefarine e Maroglio. La prossima settimana, Fava sarà ancora una volta in Regione, per ulteriori approfondimenti.