Gela. Una nuova fuoriuscita di combustibile a mare si è verificata all’imbocco del porto rifugio. L’indice accusatorio è puntato contro il relitto della nave “New Rose”, battente bandiera Egiziana che trasportava ceramica, arenata nel novembre 1991 a seguito di una mareggiata.
Venerdì, da quello che resta dalle stive dei motori, è stato liberato in mare materiale combustibile. Per arginare la chiazza nera è stato sollecitato l’intervento della Eureco che, nonostante le condizioni meteo marine avverse, è riuscita a arginare lo specchio di mare e evitare che l’inquinamento interessasse la spiaggia privata del club Nautico.
Intanto, in attesa degli esiti delle indagini avviate dalla procura e sfociate con il sequestro dell’impianto “Topping 1” della Raffineria, per il versamento di petrolio dal fiume Gela, la capitaneria di porto ha approvato il progetto “Lince” avviato dall’Eni.
Affidato alla società Gas srl (Geological assistance and serces), la nave “Filomena Prima” eseguirà rilievi di indagine fisica, chimica e microbiologica per la ricerca di idrocarburi considerata la necessità di prevenire il verificarsi di possibili danni, salvaguardare l’incolumità delle persone, cose, ambiente e garantire la sicurezza della navigazione nelle acqua antistanti la città.