Gela. Nulla è deciso e i prossimi giorni potrebbero essere ancora più importanti nella lunghissima vertenza dell’intero indotto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore.
Dopo il vertice informale di sabato mattina a Palazzo di Città, con il sindaco che ha ricevuto una delegazione d’imprenditori titolari di società attive proprio nell’indotto di raffineria, altri incontri si dovrebbero succedere in settimana. In bilico, ci sono soprattutto gli oltre sessanta operai dell’azienda Elettroclima.
Se niente si sblocca, i vertici societari avvieranno le procedure di licenziamento. Senza commesse e senza prospettive immediate, non ci sarebbe alcuna possibilità di mantenere i dipendenti che, proprio oggi, affrontano l’ultimo giorno coperto dalla cassa integrazione in deroga.
I vertici di Smim, altra azienda colpita dalla perdita dei contratti quadro in raffineria, stanno invece cercando di capire se possa concretizzarsi l’ipotesi di una proroga della cassa integrazione. Dopo aver ufficializzato la mobilità per ottantanove lavoratori, a conclusione di un vertice con le rappresentanze sindacali ha optato per bloccare la procedura. Se, però, non si materializzassero nuove soluzioni in tempi brevi, anche il caso Smim potrebbe precipitare.
Senza alcuna copertura, inoltre, rimangono i lavoratori ex Tucam, già da tempo licenziati, e i tanti operai che affollano il cosiddetto bacino di disponibilità, da almeno due anni praticamente fermo.
Nelle scorse settimane, ancora, erano stati gli operai di Riva e Mariani a rigettare l’intesa raggiunta tra sindacati del settore chimico e responsabili aziendali. In quindici si sono rivolti direttamente ai giudici del tribunale per ottenere il reintegro.
Il sindaco Angelo Fasulo, già in aula consiliare, aveva annunciato una serie d’incontri anche alla presenza del prefetto Carmine Valente, in attesa di novità sulla dichiarazione di area di crisi complessa che dovrebbe riguardare l’intero territorio cittadino.