Indagine su beni Trubia, pm: “Sono di origine illecita, vanno confiscati”

 
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Gela. I beni che fanno parte del patrimonio dell’allevatore Maurizio Trubia vanno confiscati. La scorsa settimana, le conclusioni sono state esposte dal pm, nel procedimento in atto al tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta. Secondo gli investigatori, i beni, per un valore complessivo che si aggirerebbe intorno ai 500 mila euro, sarebbero da ricondurre ad attività illecita, all’ombra del gruppo di mafia degli Emmanuello. Ci sarebbe una fonte criminale, per gli inquirenti, alla base dei beni acquisiti nel tempo da Trubia, che lo scorso anno ottenne una sentenza, in primo grado, di assoluzione nel dibattimento “Redivivi 2”, che però è stata impugnata in appello. In passato, fu considerato, per un certo lasso di tempo, il reggente del gruppo locale degli Emmanuello. Il pubblico ministero, nelle conclusioni, ha presentato delle controdeduzioni, mettendo in dubbio i numeri forniti nelle perizie, anche di parte, proposte per ricostruire l’attività di Trubia e l’origine delle sue disponibilità. L’intero patrimonio, composto anche da immobili e da un vasto gregge, fu messo sotto sequestro e per il pm bisogna disporre la confisca. L’allevatore, per il tramite del suo legale di fiducia, l’avvocato Nicoletta Cauchi, ha invece sempre sostenuto che quei beni sarebbero da collegare esclusivamente alla sua attività lavorativa, portata avanti negli anni e che gli avrebbe consentito di andare avanti.

In base alle accuse, ci sarebbero evidenti sproporzioni tra le disponibilità e il tipo di attività condotta. La difesa, nel corso del lungo procedimento, ha portato in aula molta documentazione, servendosi di consulenti e periti, per ricostruire i periodi e i dati contabili, in un’attività di pastorizia comunque per anni svolta praticamente in nero. La prossima settimana, toccherà proprio alla difesa presentare le conclusioni, in attesa della decisione del tribunale nisseno. Negli ultimi anni, Trubia è finito a processo per fatti legati all’occupazione di terreni e a minacce ad agricoltori.

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