Indagine su armi e spari, arrestati due fratelli e un presunto complice: lunedì gli interrogatori

 
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Immagine di repertorio

Gela. Lunedì verranno sentiti dal giudice delle indagini preliminari, per l’interrogatorio di garanzia. Sono tre gli arrestati, tutti con l’accusa di aver avuto a disposizione armi. I fratelli Antonino Raitano (29 anni) e Ruben Raitano (22 anni) e il trentaseienne Giacomo Tumminelli sono stati fermati dai carabinieri del reparto territoriale, che stanno indagando ad ampio raggio. L’indagine è partita a seguito del ferimento dei Raitano, arrivati all’ospedale “Vittorio Emanuele”, dopo essere stati raggiunti da colpi di arma da fuoco. I tre arresti sono scattati nelle scorse ore e gli indagati, dopo le formalità di rito, sono stati trasferiti in carcere, a Caltagirone. Dopo quello che viene considerato un tentato omicidio, con i fratelli Raitano gravemente feriti, i militari, coordinati dal colonello Ivan Boracchia e dal comandante del nucleo operativo Nico Lamacchia, sono arrivati all’arresto anche del pastore quarantacinquenne Vincenzo Trubia, ora ai domiciliari, e dei figli Giuseppe Trubia (23 anni) e Rosario Trubia (21 anni), quest’ultimo accusato di aver sparato ai Raitano. Gli inquirenti starebbero ancora approfondendo l’intera vicenda. Non escludono contese tra gli arrestati. Sono state sequestrate diverse armi, compresa la pistola calibro 45, ritrovata nell’ovile dei Trubia, in contrada Fiaccavento. Nel corso delle verifiche, i militari hanno accertato la presenza di una profonda ferita al piede, riportata da Vincenzo Trubia, probabilmente causata da un colpo di arma da fuoco.

Il pastore non si era però rivolto ai medici dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, forse per evitare che se ne interessassero anche le forze dell’ordine. I due Raitano e Tumminelli (difesi dagli avvocati Cristina Alfieri, Francesco Enia e Pierpaolo Grisanti) dovranno rispondere alle domande del gip.

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