Gela. L’incarico è stato affidato ad un pool di periti che si occuperà di trascrivere il contenuto di oltre duecento intercettazioni, condotte nel corso delle indagini sulla Rsa Caposoprano. Gli esperti hanno giurato davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Ersilia Guzzetta e Angela Di Pietro). Dopo il rinvio a giudizio degli imputati coinvolti, il dibattimento è stato aperto lo scorso luglio. Secondo gli investigatori e i pm della procura, ci sarebbero state presunte irregolarità nelle procedure di accreditamento regionale della struttura sanitaria ma anche nell’iter per la sanatoria dell’ex albergo, poi trasformato in Residenza sanitaria assistita. I primi testimoni verranno sentiti a dicembre.
Da poco, è stato chiuso un altro filone d’inchiesta scaturito sempre da presunti illeciti amministrativi legati alla Rsa. La perizia sulle intercettazioni è stata chiesta dai pm Luigi Lo Valvo e Mario Calabrese, che in dibattimento sostengono l’accusa. A processo, oltre a funzionari regionali e di Asp, ci sono i vertici della Sst, la società proprietaria della Residenza sanitaria assistita, il cui amministratore è l’ex direttore generale del municipio, l’ingegnere Renato Mauro. Tra le accuse che vengono contestate a processo, anche quella di corruzione per favorire le pratiche amministrative. Oltre all’Asp (rappresentata dall’avvocato Giacomo Butera), il Comune è parte civile, con il legale Salvo Macrì. La costituzione formalizzata da Palazzo di Città, su scelta della giunta Greco, è stata accolta dal collegio penale.