Ascoli Piceno. E’ stato aperto il dibattimento e il giudice del tribunale di Ascoli Piceno ha ammesso le parti civili. Si tratta della moglie dell’operaio ventisettenne Gianluca Caterini, anche nell’interesse della figlia, e dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro). Il giovane perse la vita, quattro anni fa, a causa delle gravi ferite riportate, dopo essere stato colpito da un pesante tubo, che veniva movimentato in un cantiere di Castel di Lama. Neanche il ricovero all’ospedale “Mazzoni” riuscì a migliorare un quadro clinico, già molto grave. A seguito della morte, i pm marchigiani hanno avviato un’indagine per omicidio colposo, che ha portato a giudizio Mario Barbaro, allora responsabile del cantiere. In fase di udienza preliminare, invece, un altro imputato, il gruista che stava movimentando il tubo, ha patteggiato ad un anno e due mesi di reclusione. Sono nel procedimento, chiamate in causa come responsabili civili, le due aziende, alle quali erano riferibili i lavori, Sicilsaldo e Nuova Ghizzoni. E’ uscita dal procedimento, invece, la società di lavoro interinale, che aveva definito l’assunzione di Caterini.
A luglio, si procederà con l’esame dei testimoni. Verranno chiamati a deporre altri operai, che erano nel cantiere quando si verificò l’incidente mortale, e i tecnici che effettuarono i sopralluoghi e le verifiche, per valutare la dinamica di quanto accaduto. La moglie dell’operaio, anche nell’interesse della figlia, è parte civile, rappresentata dai legali Giuseppe Condorelli e Maria Scuderi. La costituzione era già stata ammessa in fase di udienza preliminare.