Incidente nella notte in via Crispi, la popolosa comunità evangelica ha perso un’occasione

 
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Gela. Un altro incidente stradale. Il bilancio non è drammatico come quello avvenuto lunedì notte in via Venezia

costato la vita ad una mamma e alla sua bimba che teneva in braccio. Ieri sera è andata meglio. Nessun pedone attraversava via Francesco Crispi quando uno scooterista, autonomamente, ha finito la sua corsa contro un’autovettura parcheggiata sul ciglio della strada. E’ stato raccolto dall’asfalto, ancora dolorante, da alcuni passanti che lo hanno trasferito al Pronto soccorso di via Palazzi. Se l’è cavata con alcuni punti di sutura e una sospetta frattura alla clavicola. L’indice accusatorio è puntato ancora una volta contro l’alta velocità e la carenza di controlli nelle ore notturne. 

Ecco perché la popolosa comunità evangelica di Settefarine ha perso un’occasione. Sarebbe bastato spingersi oltre i racconti di fede affrontando il tema sociale dell’emergenza sicurezza stradale, all’interno del perimetro urbano.

Il pastore Giacomo Loggia, in occasione dei funerali di Nuccia Vullo, 35 anni, e di sua figlia Ludovica Caracappa, 5 anni, davanti ai riflettori di tutta la nazione e alle migliaia di persone accorse per stringersi al dolore cittadino legato alla perdita di una mamma e della sua giovane bimba, avrebbe potuto spendere anche poche parole e, magari, rappresentare al meglio la popolosa comunità della chiesa evangelica dell’estrema periferia a nord della città. Di sicuro lo avrebbero ascoltato il sindaco, la giunta comunale, e i rappresentanti delle forze dell’ordine.

Erano tutti presenti, ieri, giornata di lutto cittadino, per associarsi al cordoglio di Luigi e della piccola Giorgia Caracappa, i superstiti della famiglia spezzata da una Fiat Panda piombata sulle due vittime colpevoli solo di avere attraversato la strada.

Il conducente, il 23enne cameriere Salvatore Rinella, attualmente agli arresti domiciliari, è solo uno dei tanti utenti della strada distratti e poco prudenti. Lui si è costituito spontaneamente solo dopo avere compreso di averla fatta grossa. Altri conducenti di auto o moto pirata non lo hanno fatto. In città il lutto legato alla immane tragedia rischia di finire nel dimenticatoio. Si cerca di tornare alla normalità senza per questo adottare contromisure capaci di rendere le arterie principali più sicure e non solo ai pedoni che le attraversano.

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