Inchiesta sull’ex presidente antiracket, integrazione documentale: decisione prevista per settembre

 
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Gela. La decisione arriverà a settembre. Nella vicenda che coinvolse l’ex presidente dell’associazione antiracket Renzo Caponetti e la moglie, si è posta l’esigenza di un’integrazione documentale formalizzata dal giudice Roberto Riggio. Per questa ragione, il procedimento, con il rito abbreviato, dovrebbe concludersi a settembre mentre sembrava che la pronuncia potesse arrivare la scorsa settimana. La procura ha già chiesto la condanna per entrambi gli imputati, a due anni ciascuno. Per gli investigatori, Caponetti avrebbe fornito dati e numeri della sua attività da esercente allo scopo di “trarre in errore” il Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, parte civile nel giudizio attraverso l’Avvocatura dello Stato (con il legale Giuseppe Laspina). In questo modo, secondo la procura, riuscì ad ottenere il contributo destinato alle vittime di racket e usura ma sulla base appunto di dati ritenuti non in linea. Tesi che lo stesso ex presidente dell’antiracket, tra i precursori in Sicilia, e le difese, escludono. I legali che assistono gli accusati hanno respinto le conclusioni del pm. Hanno sempre spiegato che lo stanziamento venne elargito regolarmente, sulla scorta di numeri reali.

Secondo questa linea, l’intera procedura che portò al contributo economico venne monitorata dalle autorità, a riprova della regolarità. La procura produsse documentazione, soprattutto un provvedimento di revoca dello stanziamento sul quale si erano concentrate le verifiche degli inquirenti. Al riesame e poi in Cassazione per gli imputati venne deciso il dissequestro delle somme che erano state concesse e la restituzione. A seguito dell’inchiesta, Caponetti lasciò la presidenza dell’antiracket che successivamente venne cancellata dall’albo prefettizio, con decisione confermata negli scorsi mesi nonostante il cambio alla guida.

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