Gela. Sono in totale dieci gli indagati nella vasta indagine che si concentra sulle forniture idriche in provincia e sui presunti inadempimenti di Caltaqua, Aqualia e dell’Ati idrico. Si tratta di riferimenti, manageriali e tecnici, delle società. Il legale rappresentante di Caltaqua Antonio Gavira Sanchez e il direttore generale Andrea Gallè, oltre ad Antonino Butera che è responsabile per la depurazione e ancora Massimo Chiarelli, dell’ufficio tecnico, e Alessandro Orlando, con la funzione di responsabile amministrativo. Per Aqualia, Alejandro Aboumrad Gonzales, che figura come presidente. Per l’Ati, invece, risultano toccati dall’inchiesta il presidente Massimiliano Conti, sindaco di Niscemi, l’ex direttore generale Antonino Collura, il responsabile tecnico Mario Denaro e il responsabile amministrativo Sergio
Scarciotta. Sono molteplici gli aspetti sviluppati dai pm della procura di Caltanissetta e dai finanzieri, fino a giungere alla sede spagnola di Aqualia. Frode e un potenziale inquinamento, sono tra le contestazioni.
Una relazione Arpa attesterebbe, nel periodo tra 2022 e 2023, la presenza di acqua con un’alta percentuale di inquinanti e più in generale è il ciclo della depurazione che viene preso in esame dagli inquirenti. Per gli investigatori, né il contatto originario, che privatizzò il servizio idrico sul territorio provinciale, né la convenzione sarebbero stati rispettati. Aspetti emersi con l’inchiesta alimentata dalla denuncia dello scorso anno dell’ex sindaco di Caltanissetta Gambino, presentata al culmine di una crisi idrica che si fece sentire come non mai nel nord della provincia e sono noti a tutti, inoltre, i problemi costanti che nel tempo si sono registrati nell’area sud, a partire da Gela. Sei anni fa, la commissione tecnica che venne costituita anche da sindaci, compreso l’allora primo cittadino gelese Greco, si espresse per la rescissione del contratto, causa inadempimenti. Non si diede mai seguito. Le indagini della finanza e dei pm nisseni vanno avanti.