Gela. Sono decine i ricorsi presentati dai difensori degli indagati nell’inchiesta contro la stidda, che ha dato il via ai blitz “Stella cadente” e “Leonessa”. Sembra però reggere il quadro accusatorio, anche davanti ai giudici del tribunale del riesame. Negli ultimi giorni, i legali di presunti capi e gregari hanno chiesto l’annullamento dei provvedimenti, firmati dai giudici nisseni e bresciani. Nell’inchiesta “Stella cadente”, è coinvolto il ventitreenne Aleandro Famà. I giudici del riesame, accogliendo le richieste del suo legale di fiducia, l’avvocato Flavio Sinatra, ne hanno disposto il ritorno in libertà. C’è stato il parere favorevole dei pm della Dda di Caltanissetta, che hanno coordinato l’indagine contro gli stiddari, che sarebbero stati guidati dai fratelli Bruno Di Giacomo e Giovanni Di Giacomo. In base a quanto emerso, Famà avrebbe fatto parte del gruppo di spacciatori, a servizio dell’organizzazione. Veniva piazzata soprattutto cocaina.
Nel corso delle attività investigative, svolte dai poliziotti della mobile, il giovane è stato individuato nei pressi di un presunto covo, in via Solferino. Il legale, però, ha chiesto di rivedere la sua posizione. Subito dopo il blitz, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.