Gela. Hanno scelto di non rispondere alle domande del gip che li ha sentiti dopo i provvedimenti di arresto ricevuti, perché coinvolti nell’indagine “Revenge”. Il trentatreenne Giovanni Alario e il quarantottenne Marco Ferrigno, secondo i pm della procura e i carabinieri, sarebbero intervenuti nel tentativo di recuperare le armi utilizzate nel conflitto che si sarebbe aperto tra i fratelli Antonino Raitano e Ruben Raitano e la famiglia Trubia. I Raitano furono vittime di un tentato omicidio che viene contestato al ventenne Rosario Trubia, a sua volta coinvolto nell’indagine. In base a quanto emerso, i due fratelli avrebbero poi deciso di vendicarsi sparando contro l’ovile dei rivali. Contrasti sorti dopo il sequestro di un motorino e la rapina che avrebbe fruttato un mezzo elettrico ai Raitano.
Alario e Ferrigno sarebbero stati intercettati dagli investigatori, che li ritengono molto vicini agli altri coinvolti. Difesi dagli avvocati Francesco Enia e Cristina Alfieri, in questa fase hanno deciso di non rispondere al giudice.