Gela. E’ coinvolto nella maxi inchiesta “Leonessa”, indagine parallela al blitz “Stella cadente”, contro gli stiddari. Il quarantasettenne Simone Di Simone lascia il carcere. I giudici del riesame hanno accolto il ricorso presentato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Davide Limoncello, annullando l’ordinanza di custodia cautelare. Secondo i pm della procura di Brescia, che hanno coordinato questo filone investigativo, avrebbe avuto un ruolo nel vorticoso giro di false compensazioni tributarie, scoperto dagli inquirenti. I soldi sottratti all’erario sarebbero poi stati messi a disposizione della stidda, attraverso l’imprenditore trentatreenne Rosario Marchese. Il legale di Di Simone ha respinto l’intero quadro accusatorio, sostenendo l’estraneità ai fatti del quarantasettenne, in passato coinvolto in diverse indagini sul traffico di reperti archeologici.
I giudici del riesame, inoltre, hanno rivisto la misura imposta a Salvatore Sambito (difeso dall’avvocato Ivan Bellanti) e Alessandro Sartore, che vanno ai domiciliari.