Inchiesta "Falco", dopo gli annullamenti di Cassazione pena ridotta per Pellegrino
L'inziale condanna a diciannove anni di detenzione è stata nettamente ridotta a seguito degli annullamenti di Cassazione
Gela. Inizialmente, la Corte d'appello di Caltanissetta, riconoscendolo come capo del gruppo ricostituito degli Emmanuello, gli impose la condanna a diciannove anni di detenzione, nell'ambito del procedimento scaturito dal blitz “Falco”. Per il quarantenne Gianluca Pellegrino, l'entità della pena è stata decisamente ridotta, ora con un nuovo giudizio di appello e dopo gli annullamenti disposti dalla Corte di Cassazione. I magistrati romani, accogliendo in gran parte le richieste difensive, avanzate dal legale Giacomo Ventura, hanno escluso il ruolo di capo per Pellegrino e indicato l'esigenza di una pronuncia, da parte della Corte d'appello nissena, sui punti dell'entità della pena e del riconoscimento delle attenuanti generiche e della continuazione esterna con precedenti decisioni. Elementi che, nel nuovo procedimento di secondo grado, hanno portato la difesa a presentare un concordato, con appunto il riconoscimento delle attenuanti generiche e della continuazione esterna rispetto a precedenti sentenze più gravi. L'ammontare complessivo della condanna, per associazione mafiosa, è stato delineato in cinque anni e sei mesi, già espiati da Pellegrino, attualmente comunque ristetto per un'altra vicenda giudiziaria.
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