Gela. L’indagine sulle presunte irregolarità nello smaltimento del percolato dell’impianto di compostaggio di Brucazzi ha già determinato il sequestro del sistema, eseguito la scorsa settimana dai carabinieri del Noe e da personale Arpa. Le verifiche proseguono su un impianto che serve tutti i Comuni dell’ambito, ad iniziare da Gela. In questa fase, la frazione organica viene conferita nell’impianto privato di Kalat, così da evitare l’eventuale blocco della raccolta, che avrebbe generato conseguenze ingestibili. I pm della procura, che stanno portando avanti l’inchiesta, monitorano l’impianto di contrada Brucazzi, per il quale vennero collocate quattro vasche di raccolta del percolato, secondo gli inquirenti senza autorizzazioni. Ci sarebbero stati sversamenti, in un’area a ridosso, di proprietà di un’altra società. Il sequestro, inoltre, è esteso alla compagine di Ato Cl2, compresi i beni dell’ente in liquidazione. Sia della gestione societaria che di quella dell’impianto, almeno in questo frangente, si occuperanno due amministratori giudiziari, individuati dal gip, che ha accolto le richieste della procura.
Di fatto, prendono le consegne che sono state del commissario Giuseppe Lucisano e del responsabile tecnico Rosario Messina, che risultano indagati. Anche gli organismi tecnici di Ato dovranno rapportarsi con gli amministratori e lo stesso vale per i sindaci dell’assemblea. I legali degli indagati (che hanno già ribadito di voler chiarire tutto) si rivolgeranno comunque al tribunale del riesame, nel tentativo di arrivare a rivedere i provvedimenti emessi dal gip, su richiesta dei pm che coordinano le attività condotte dai carabinieri del Noe. Le ipotesi di reato sono inquinamento ambientale e gestione illecita di rifiuti in concorso.