Inchiesta "Camaleonte", impugnate le assoluzioni per i Luca e per gli altri imputati
Le assoluzioni vennero pronunciate a conclusione del dibattimento di primo grado, lo scorso giugno
Gela. Dopo un lungo dibattimento di primo grado, a giugno, arrivò l'assoluzione, con la formula “perché il fatto non sussiste”, pronunciata per le posizioni degli imprenditori del gruppo Luca e per il dirigente di polizia Giovanni Giudice (che rinunciò alla prescrizione maturata). Quella decisione, emessa dal collegio penale del tribunale di Gela, è stata impugnata dai pm. La vicenda, quindi, arriverà in appello. L'inchiesta “Camaleonte”, affidata al Gico della guardia di finanza, venne coordinata dai magistrati della Dda di Caltanissetta, che nelle conclusioni di primo grado chiesero condanne per gli imputati, ritenendo sussistere non solo il legame con i clan ma anche ipotesi come il riciclaggio. Ricostruzione che il collegio non accolse, concludendo il procedimento con l'assoluzione. L'unica prescrizione venne indicata per il poliziotto Giovanni Arrogante, a sua volta imputato. Nel dispositivo, fu riportata inoltre la restituzione dei beni sottoposti a sequestro. L'indagine sul gruppo imprenditoriale Luca, parallelamente, condusse a un procedimento patrimoniale, concentrato sulle disponibilità economiche e immobiliari degli imprenditori. L'assoluzione, al termine del giudizio, fu pronunciata per Salvatore Luca, Rocco Luca, Francesco Luca, Francesco Gallo, Concetta Lo Nigro, Emanuela Lo Nigro, Maria Assunta Luca e per il poliziotto Giovanni Giudice, quest'ultimo accusato di favoreggiamento. Le difese respinsero fin dall'inizio le contestazioni, mosse dall'accusa pure sulla scorta delle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, che però in aula si rivelarono piuttosto contraddittorie. Gli imprenditori, in più occasioni, riferirono di essere stati vittime dei clan e di non essere mai scesi a patti con le famiglie di mafia. La difesa di Giudice ha insistito sul suo ruolo nelle forze dell'ordine e sulla sua lunga azione di contrasto ai clan, con la finalizzazione di importanti operazioni antimafia, fino al pentimento di esponenti che decisero di collaborare con la giustizia. L'accusa ha deciso di impugnare le assoluzioni. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carlo Taormina, Flavio Sinatra, Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Filippo Spina, Alessandro Diddi, Carmelo Peluso, Emilio Arrogante, Fabio Fargetta, Michele Ambra e Luigi Latino.
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