Inchiesta Caltaqua, Cgil e Filctem: “Un tavolo per monitorare la situazione, tutelare i lavoratori”

 
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Gela. C’è piena fiducia nel lavoro della magistratura, rispetto all’inchiesta in corso sul ciclo idrico, che tocca direttamente i vertici di Aqualia, Caltaqua e Ati idrico. Il segretario confederale Cgil Rosanna Moncada e quello della Filctem Rosario Catalano, chiedono però un tavolo per monitorare l’evolversi della situazione, nella prospettiva prevalente di tutelare i circa trecento lavoratori di Caltaqua, società che gestisce il ciclo idrico sul territorio provinciale. “Abbiamo piena fiducia nell’ operato della magistratura ma allo stesso tempo nutriamo preoccupazioni per quello che potrà succedere nella società di gestione idrica e ai quasi trecento lavoratori che operano in tutta la provincia nissena alle dipendenze di Caltaqua e Aqualia. Quanto letto sugli organi di stampa in merito all’ indagine che viene portata avanti della magistratura dal 2023, evidenzia ancora una volta che necessita una maggiore attenzione da parte degli enti preposti, sugli investimenti che si effettuano nei periodi di emergenza – dicono i sindacalisti – emergenza che è stata gestita da una task force regionale senza le interlocuzioni con le organizzazioni sindacali e che ha messo a dura prova i lavoratori oltre che l’utenza finale, viste le proteste dei cittadini davanti le sedi di Caltaqua, l’estate scorsa. Proprio in quell’ occasione la Filctem-Cgil aveva chiesto al prefetto di
Caltanissetta, una maggiore tutela dei lavoratori, che quasi venivano aggrediti dai cittadini per l’assenza di acqua”.

Cgil e Filctem insistono su un monitoraggio complessivo. “Sperando che venga fatta luce prima possibile sulle eventuali responsabilità degli enti coinvolti, chiediamo he venga attivato un tavolo con le aziende nonché dallo stesso Ambito territoriale idrico, per un
monitoraggio dell’intera vicenda al fine di fornire le opportune garanzie occupazionali dei lavoratori in tutta la provincia nissena e per continuare a fornire il servizio idrico a tutta la popolazione della provincia nissena”, concludono

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