Gela. Ha trovato la forza di tirare fuori dal cassetto un’opera scritta più di vent’anni prima e di spedirla alla giuria di un concorso culturale per ritrovarla stampata e pubblicata da una nota casa editrice. E’ accaduto al prof. Rosario di Natale che, in meno di un mese, ha consentito di mostrare al grande pubblico almeno una delle opere teatrali che custodisce gelosamente: “Gelidi spifferi nell’anima”, dramma edito da Aletti editore. «Questa e altre opere teatrali le ho scritte da quarantenne – spiega lo studioso Di Natale – in un periodo particolarmente creativo, quasi in stato di grazia. Poi ho voluto fare altre esperienze letterarie. Con “Gelidi spifferi nell’anima” avevo partecipato ad un concorso letterario quasi per curiosità. Invece, dopo pochi giorni, mediante una mail, la casa editrice Aletti mi offre un contratto per la pubblicazione della mia opera teatrale. Ci ho pensato per qualche giorno, ma alla fine non ho potuto fare altro che accettare per darle una seconda vita.
Ma il destino di un’opera teatrale, oltre che quello di essere letta e valutata, è soprattutto quello di essere portata su un palcoscenico e io, ovviamente, mi auguro che qualche compagnia importante possa metterla in calendario il più presto possibile. L’occasione mi è gradita per ringraziare il prof. Nunzio Sciandrello, alla memoria, per le parole di elogio che ha voluto indirizzarmi e per avermi ritenuto degno di prendere una penna in mano. Ma sono soprattutto orgoglioso di esserne stato l’amico inseparabile, quasi un discepolo. E gli rivolgo un altro grazie per avermi fatto apprezzare la poesia e per avermi inondato della luce del suo ingegno e del suo sapere». Il testo, un dramma in due atti, già disponibile nelle librerie, e prossimamente anche in e-book, è uno spaccato su crudeli e mostruosi aspetti della competitività della società contemporanea. L’autore gelese ci fa percorrere i misteriosi labirinti dell’anima umana dei suoi personaggi: tutti intensamente drammatici perché conflittuali e dissonanti. Nella sua opera, Rosario Di Natale rappresenta il dramma dell’impossibile discrimine tra bene e male, verità e finzione, naturalezza e menzogna, ipocrisia e sentimenti dichiarati, tra certezze e apparenze, comportamenti caratteriali e calcolati, in un gioco inesauribile di luci e ombre, di presente e passato, fino alla sorpresa improvvisa e inattesa. L’autore solo alla calata del sipario scioglie il dramma e con esso il nodo della verità, quella possibile.
La copertina del libro è caratterizzata dall’immagine della sezione superiore dell’opera “Allegoria del silenzio” del pittore Paris Nogari, un affresco del 1582 che testimonia come la parola possa talvolta sì salvarci, ma, il più delle volte, anche condannare, indurre alla dissoluzione.