Gela. “Grave l’assenza del governo regionale, che non era presente all’ospedale “Vittorio Emanuele”, a differenza di quanto invece accaduto al “Gravina” di Caltagirone”. Il comitato “Sos Vittorio Emanuele”, che ha spinto per una ispezione della commissione sanità dell’Ars nel nosocomio locale, non è stato messo nelle condizioni di poter partecipare alla verifica, del resto off limits ad associazioni e sindacati. Attendono di poter essere convocati dalla commissione Ars. “Naturalmente, non possiamo che ritenerci soddisfatti dalla presenza del parlamento siciliano, attraverso la commissione al ramo. Finalmente, l’attenzione è indirizzata ad una struttura ospedaliera come il “Vittorio Emanuele” e al comprensorio di riferimento, constatandone, contestualmente, oltre che di conseguenza, lo stato comatoso in cui versano e che, fino a mercoledì mattina, era sottaciuto, ignorato, per non dire negato, da tutti”, dicono Luciana Carfì, Filippo Franzone e Francesco Tilaro. Ribadiscono però la grave assenza dell’assessore Ruggiero Razza. “Molto grave reputiamo, per contro, l’assenza del governo regionale, presente invece con l’assessore alla sanità Ruggiero Razza, nell’audizione svoltasi all’ospedale di Caltagirone, dove peraltro lo stesso Razza non ha lesinato difficoltà alcuna nell’assumersi impegni ben precisi davanti al sindaco calatino di “DiventeràBellissima” Gino Ioppolo. Nel caso di Gela, l’assessore Razza ha preferito invece demandare all’Asp, confondendo i ruoli di controllato e controllore. Il che non lascia intendere, francamente, nulla di positivo. Allo stesso modo – continuano – riteniamo biasimevole non aver consentito per motivi di spazio ad associazioni e sindacati di presenziare e partecipare, in una seduta peraltro aperta alla stampa”.
Per il comitato, gli impegni non bastano, ma servono passi concreti, ad iniziare da più personale. “Apprendiamo che la direzione generale strategica dell’Asp ha esposto, attraverso delle slide, quanto fino ad oggi ha programmato e fatto per sopperire alle inefficienze ormai croniche della nostra struttura ospedaliera, sostenendo che un notevole impegno è stato profuso per sopperire alle mancanze di personale. A tal proposito, ci sembra opportuno però fare una precisazione – dicono ancora – assumere in piena emergenza sanitaria è cosa ben diversa da una attenta programmazione del personale necessario per rendere efficiente un ospedale nella totalità della sua pianta organica. Le procedure di reclutamento non possono che derivare da un progetto serio e circostanziato per un ospedale “Dea” livello I”. Il comitato conclude con una condizione, ritenuta imprescindibile. Se ci saranno progetti di accorpamento, per nuove strutture ospedaliere locali, il “Vittorio Emanuele” dovrà essere capofila. “Abbiamo anche appreso dai media delle belle intenzioni relative alla costruzione di un nuovo policlinico tra Caltanissetta ed Enna, cosa che potrebbe preludere all’accorpamento degli ospedali di Gela e Caltagirone. Potremmo essere mai contrari? La minima condicio sine qua non, ovviamente, è che il “Vittorio Emanuele” funga da capofila. Siamo compiaciuti, in definitiva – concludono Carfì, Tilaro e Franzone – che finalmente si sia inaugurato una sorta di anno zero dell’ospedale. Adesso, tutti sono consapevoli del disastro creato negli ultimi dodici anni di mala gestione, da quando abbiamo perso l’autonomia ospedaliera e siamo stati accorpati all’Asp nissena. E’ un dato di fatto inoppugnabile. Nessuno, compresa la commissione regionale, potrà astenersi a questo punto dall’intervenire per invertire la decadenza. Attendiamo, allora, con ansia di conoscere dai deputati regionali e dagli altri politici presenti, come intendono procedere adesso che tutti sanno”.
Povera città di Gela trattata peggio di
di alcune aree africane e la colpa non è solo degli altri, ma soprattutto della politica locale che in questi dodici anni hanno svenduto la propria città per i loro interessi personali fregandosene dei diritti dei cittadini Gelesi VERGOGNA !!