Gela. Si dovranno presentare davanti ai giudici del tribunale il prossimo 11 marzo. L’attuale amministratore delegato di raffineria Bernardo Casa e i funzionari della fabbrica Alfredo Barbaro e Michele Viglianisi devono rispondere di una serie di episodi legati a presunte emissioni sospette in atmosfera.
Il procedimento trae spunto da diverse denunce presentate dai titolari del gruppo Meic Services, gestori di un impianto a ridosso della fabbrica di contrada Piana del Signore.
Non a caso, Elio, Maurizio e David Melfa si sono costituiti parte civile. Nel corso degli anni, hanno lamentato di aver subito danni alla salute generati dagli scarichi della fabbrica controllata dal gruppo Eni.
Più volte, sono stati presentati esposti alla magistratura. Oltre ai tre imprenditori, si sono costituiti parti civili alcuni dipendenti dell’impianto: anche loro avrebbero subito non poche conseguenze per via dell’esposizione agli scarichi di fabbrica. La prima udienza del processo, quindi, è stata fissata per marzo. I tre imputati devono rispondere di getto pericoloso di cose e di altri capi d’imputazione.
Da anni, va avanti il braccio di ferro tra i gestori dell’impianto Meic Services e i vertici della fabbrica di contrada Piana del Signore. Gli imprenditori che si ritengono danneggiati, più volte, hanno esposto pubblicamente le loro ragioni.
“Tutti devono rispettare le regole – dice David Melfa – la presenza del nostro impianto a ridosso dei camini della fabbrica ha comportato pesanti conseguenze in termini di salute. Non ci interessa l’aspetto economico quanto, invece, quello esistenziale. Alcuni nostri dipendenti hanno dovuto lasciare il lavoro”. Intanto, la giunta municipale ha deciso che il Comune si costituirà parte civile: una scelta analoga a quella dell’ente provinciale, della Regione e del ministero dell’ambiente.