Il traffico di droga con gli agrigentini, davanti al gup cinquantaquattro imputati: coinvolti otto gelesi
Alcuni di loro sono già stati coinvolti in altri blitz messi in atto per bloccare il traffico di droga


Agrigento. Il loro ruolo, secondo i pm della Dda di Palermo che hanno coordinato la maxi inchiesta, è da collocarsi nell'affare del traffico di droga, lungo l'asse con la zona della provincia di Agrigento, dove invece hanno base le famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle, al centro dell'indagine. Tra i cinquantaquattro imputati, che a settembre si presenteranno davanti al gup del tribunale palermitano, per l'udienza preliminare, ci sono otto gelesi. Furono destinatari di misure restrittive, proprio per questi fatti. Alcuni di loro sono già stati coinvolti in altri blitz messi in atto per bloccare il traffico di droga, compreso quello ribattezzato “Ianus”. Dovranno rispondere alle contestazioni, in udienza preliminare, Rocco Grillo, Giuseppe Pasqualino, Mirko Salvatore Rapisarda, Giuseppe Nicastro, Fabrizio Nicosia, Giuseppe Piscopo, Antonio Salinitro e Rosario Smorta. Il fronte d'accusa è molto più ampio e si concentra in prevalenza proprio sugli agrigentini e sull'organizzazione dei clan di mafia, che avrebbero avallato e controllato, tra le altre cose, il traffico di sostanze stupefacenti, ramificato pure con i gelesi. Per gli inquirenti, i vertici dei gruppi di mafia sarebbero da ricondurre nei ruoli di Fabrizio Messina, a Porto Empedocle, e di Pietro Capraro a Villaseta, a loro volta coinvolti nell'inchiesta.