Il suo corpo dato alle fiamme, per l’omicidio Sartania chiesti più di cinquant’anni di carcere

 
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Gela. Il corpo di Crocifisso Sartania venne dato alle fiamme, nelle campagne di Acate. A ventitré anni di distanza da quei fatti, arrivano le pesanti richieste di condanna. Il pm della procura di Ragusa, nel corso del giudizio abbreviato davanti al gup ibleo, ha chiesto la condanna a trent’anni di reclusione per Cristoforo Palmieri, a quindici anni per Carmelo Curvà e a dieci anni per Orazio Rolletto. Il pubblico ministero, invece, ha indicato l’assoluzione per un altro imputato, Carmelo Palmieri, difeso dall’avvocato Flavio Sinatra. In base alle accuse, Sartania sarebbe stato finito per pagare un presunto sgarro, probabilmente legato ai maltrattamenti subiti dalla sorella di uno degli imputati. In base a quanto ricostruito dalla procura ragusana, l’uomo sarebbe stato attirato in una zona isolata e poi ucciso.

L’omicidio e il corpo dato alle fiamme. Un regolamento dei conti che sarebbe maturato tra gli ambienti criminali locali. I familiari della vittima e la figlia hanno scelto di costituirsi parti civili nel procedimento, rappresentati dagli avvocati Giovanni Lomonaco e Carmelo Tuccio. Spetterà a loro, alla prossima udienza, avanzare le rispettive richieste e, poi, toccherà ai difensori, gli avvocati Flavio Sinatra, Antonio Gagliano e Cristina Alfieri. Quanto accaduto tra le campagne di Acate emerse ad anni di distanza, quando sembrava che non si potesse più far luce sulla fine di Sartania. In aula, si torna a luglio.

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