Il sistema milionario delle indebite compensazioni, aperto dibattimento: “Tutto partì da altra indagine”

 
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Gela. Trentadue imputati per un giro milionario di indebite compensazioni fiscali, attraverso crediti per gli inquirenti inesistenti. E’ stato aperto questa mattina il dibattimento davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni). Il collegio ha dovuto comunque prendere atto dell’avvenuta prescrizione di diversi capi di imputazione. Le posizioni di molti imputati infatti sono state stralciate. Rimangono in piedi altri capi di accusa. Il pubblico ministero Fabrizio Furnari ha richiesto, per le contestazioni ormai prescritte, il non doversi procedere. Ha invece posto diverse domande ad uno dei militari della guardia di finanza che si occupò di ricostruire il presunto sistema delle compensazioni non dovute. Tutto iniziò da intercettazioni legate ad un’altra indagine, su un presunto traffico di droga. “Iniziammo a capire – ha spiegato il testimone – che c’era qualcosa di diverso. Soprattutto Marchese parlava con alcuni suoi contatti di contratti e cessioni”. Emerse un complesso meccanismo di compensazioni, basato in prevalenza sugli sgravi per le aziende che investivano, pare fittiziamente, in aree svantaggiate. Una consistente parte delle operazioni ritenute illecite veniva effettuata attraverso i modelli presentati in una filiale bancaria della città. Il consulente Rosario Marchese avrebbe avuto interlocuzioni assai frequenti, ha spiegato il testimone, principalmente con Rosario Barragato, con l’avvocato milanese Roberto Golda-Perini e con un professionista, Alberto Sessa.

Il testimone ha ripercorso, sotto il profilo tecnico, diverse operazioni e ricostruito il ruolo di aziende e società. Tra i legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Giovanna Cassarà, Giovanni Cannizzaro, Vittorio Giardino, Francesco Enia, Ivan Bellanti, Giusy Ialazzo, Enrico Aliotta, Nicola Martello, Rocco La Placa, Michele Aliotta, Giuseppe Dacquì, Antonio Gagliano, Elio Lembati, Paolo Testa, Giacomo Di Fede, Angelo Licata, Ennio Adamo, Giovanni Lomonaco, Dalila Di Dio, Francesco Minardi e Cristina Alfieri. A loro volta hanno posto domande per le posizioni dei rispettivi assistiti. Altri testimoni saranno sentiti nel corso delle prossime udienze.

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