Il riscatto di una città dimenticata | La straordinaria ricostruzione di Gela e l'uomo dietro il cambiamento

Gela rinasce nel 339 a.C. grazie a Timoleonte: mura, bagni pubblici e coloni da Kos ridanno vita alla polis. Scopri il dettaglio storico!

A cura di Redazione
24 luglio 2025 11:00
Il riscatto di una città dimenticata | La straordinaria ricostruzione di Gela e l'uomo dietro il cambiamento - Illustrazione: Giuseppe Patania/Wikipedia
Illustrazione: Giuseppe Patania/Wikipedia
Condividi

Nel 339 a.C., dopo quasi un secolo di distruzione e abbandono dovuto ai saccheggi cartaginesi, Gela visse una vera e propria resurrezione urbana e politica grazie al condottiero corinzio Timoleonte. Questo ritorno alla grandezza segnò un capitolo cruciale nella storia siceliota: una città desolata fu ricostruita, ripopolata e dotata di solide fortificazioni, dimostrando uno straordinario progetto di rinascita. Non è una leggenda, ma un evento documentato nelle fonti antiche e archeologiche.

La ricostruzione urbana orchestrata da Timoleonte

Nel cuore della collina di Capo Soprano, Timoleonte fece erigere le famose Mura Timoleontee, che ancora oggi rappresentano l’esempio meglio conservato di architettura difensiva greca in Sicilia. Alte circa 3 metri e spesse l’equivalente, sono costruite con una base in calcarenite e mattoni crudi in elevato. Si ritiene che fossero parte di un progetto unitario, realizzato rapidamente in un momento di rischio militare.

La città non fu solo murata: furono costruiti bagni pubblici termali e nuovi quartieri. Timoleonte portò coloni da Kos, guidati da uno di nome Gorgo, e ripopolò Gela con abitanti autoctoni e stranieri. Questa riqualificazione urbanistica non solo rafforzò la difesa, ma rilanciò l’economia, l'artigianato e la vita pubblica.

La nuova epoca floreale di Gela

Con Timoleonte, la città conobbe un secondo Rinascimento: templi furono ricostruiti, botteghe artistiche fiorirono, e la monetazione riprese con innovazioni stilistiche e simboliche. Monete raffiguranti il fiume Gelas, insieme a figure divine, testimoniano una ripresa politica e culturale del tutto nuova.

L’Acropoli visse anch’essa una trasformazione: i suoi edifici furono restaurati o riadattati, con una progressiva destinazione commerciale e artigianale, come rivela il sito e il Museo Archeologico di Gela. Questo rinnovamento urbano mantenne Gela al centro della scena regionale fino al 282 a.C., quando venne nuovamente devastata da Finzia di Agrigento.

Curiosità: il sogno che riscoprì le mura perdute

Nel 1948, un contadino di Gela, Vincenzo Interlici, ebbe un sogno: intravide il profilo di un’antica struttura sotto le dune di Capo Soprano. Deciso a scavare, notò blocchi di pietra che, dopo l’intervento della Soprintendenza, furono identificati come le Mura Timoleontee, perfettamente conservate per secoli sotto la sabbia e ora visitabili.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Quotidiano di Gela