Gela. Una presunta ricevuta di pagamento falsa per cercare di ottenere il dissequestro dell’auto. L’assoluzione in appello. Condannato in primo grado ma assolto in appello. Adesso, i giudici hanno confermato che la pena, intanto espiata ai domiciliari dal quarantaquattrenne Giovanni A., non andava messa in esecuzione. I giudici della Corte di appello di Caltanissetta, infatti, accogliendo la ricostruzione del legale di fiducia dell’uomo, l’avvocato Salvo Macrì, lo hanno del tutto assolto dalle accuse contestate. Nonostante ciò, l’ordine di esecuzione era già stato emesso e il quarantaquattrenne finì ai domiciliari per scontare la condanna ad un anno e due mesi per il presunto falso. Una decisione, però, bocciata dagli stessi giudici che hanno ribadito come quell’ordine di esecuzione non andava attuato.