Gela. Per i magistrati della procura e per i carabinieri del reparto
territoriale, Alessandro Scilio sarebbe tra i principali referenti del presunto giro di droga scoperto con l’inchiesta “Tomato”.
L’inchiesta “Tomato”. Un mese fa, i giudici del riesame hanno parzialmente annullato il provvedimento emesso nei suoi confronti, facendo cadere otto capi d’imputazione ed accogliendo alcune delle richieste avanzate dal difensore di fiducia, l’avvocato Salvo Macrì. In piedi, rimangono altri dodici capi d’imputazione. Scilio ha lasciato il carcere ed è adesso sottoposto ai domiciliari. Il verdetto dei giudici del riesame, però, è stato impugnato dai magistrati della procura, che si sono rivolti alla Corte di Cassazione. Per il procuratore capo Fernando Asaro, infatti, ci sarebbero discordanze rispetto a quanto deciso dal riesame. Così, è partito il ricorso. In realtà, anche la difesa ha scelto di impugnare il verdetto davanti ai giudici romani, sottolineando invece come siano trascorsi ormai oltre due anni dagli episodi contestati all’indagato che, nel frattempo, avrebbe cambiato vita, uscendo dal presunto giro di droga, compresa l’eroina. Due versioni in contrasto, quelle della procura e del difensore, che verranno valutate dai giudici della Corte di Cassazione.