Il porto rifugio insabbiato ferma i mezzi di sicurezza, i sub intervenuti a supporto dei guardia ai fuochi

 
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Gela. I fondali insabbiati del porto rifugio stanno creando enormi problemi di mobilità anche ai mezzi di sicurezza, utilizzati nell’area della raffineria Eni e a supporto delle piattaforme.

E’ ancora emergenza. Nelle scorse ore, è stato necessario l’intervento di una squadra di subacquei per evitare che uno dei natanti dell’Archimede, azienda che gestisce il servizio di guardia ai fuochi proprio nell’area del porto isola Eni, potesse incagliarsi all’interno del porto rifugio. Sono stati fissati palloni autogonfiabili, necessari ad evitare il peggio. Ovviamente, non è stato possibile usufruire subito del mezzo di sicurezza, con tutti i rischi del caso. Da mesi, oramai, si attende la firma definitva sul protocollo che dovrebbe consentire lo sblocco di circa sei milioni di euro, finanziati da Eni, per i primi interventi infrastrutturali al porto rifugio.

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